Coup de Coeur en Bourgogne, Innamorarsi della Borgogna.
Le Origini, il Vino delle
Abbazie, il Vino dei Duchi, dell’Ottocento, del nuovo millennio. Una storia
infinita, straordinaria di un Vino, della sua zona, della sua Regione.
Ieri sera, insieme a Stefano
Bergamini, patron dell’Osteria Le Terme a Massaciuccoli (Lu), a tentare di
tradurre alcune risposte sulla Borgogna vitivinicola aiutati da sette campioni
rappresentativi di quell’area.
Com’è la Borgogna, come sono i
suoi vini, le vigne, le cantine, i produttori. Il risultato è stato: La
Borgogna del Vino è speciale.
È vero, è terra di eccezioni
che vanno oltre l’apparato delle sue regole. La Borgogna va compresa,
interpretata ed infine amata. Bourgogne mon amour.
Abbiamo parlato di Domaine e Château,
di vigneron ed elevateur, di terroir. Ed ancora di Clos e Climat, di parcelles,
delle denominazioni (Bourgogne, Villages, Premier Cru, Grand Cru)
Nell’articolare, all’interno
della cena degustazione, la terminologia che racchiude l’interpretazione dell’anima
della Borgogna, abbiamo provato a mantenere vivo il gusto per il dettaglio, a
sottolineare l’eccezione sempre presente. Ci siamo riusciti?
1) Parfum de Vignes, Bourgogne Chardonnay Azienda vinicola Francois Martenot zona
Beaume
PROFUMO DI BORGOGNA stile bianchi
côte de Beaume. Profumi che, come i suoi vigneti, provengono dal cuore della
Borgogna, in uno degli scenari più seducenti al mondo per la produzione di
grandi vini. Qui l’uva arriva in cantina perfettamente sana e già ricca di
tutto ciò che le occorre perché il vino si fa in vigna: scevre da ogni ricamo,
le etichette di François Martenot seguono una vinificazione tradizionale dove
si cerca di intervenire il meno possibile e dove un ruolo cruciale è giocato dalla
fermentazione malolattica. Proprio quello è il momento in cui un grande
Chardonnay di Borgogna rivela tutto il suo potenziale, smussando le su durezze
e gettando le basi di un vino fatto per durare. Percorso in inox. Colore oro
lucente con riflessi smeraldo, al naso sprigiona profumi che spaziano dagli
agrumi canditi alla frutta a polpa gialla matura, dalla mandorla tostata al
pepe bianco, fino a note floreali e di sottobosco con una marcata traccia
salmastra a fare da cornice. Assaggio sontuoso, caldo, generoso nella
morbidezza, ha la giusta acidità a fare da contraccolpo con un pizzico di sale
a chiudere. Ottimo in abbinamento con l’aperitivo di benvenuto.
2) Chablis Les Marouettes 2019 F. Martenot
UNA VENTATA DI ARIA FRESCA. Nella
parte più settentrionale della Borgogna, in una terra fredda ai confini con la
fortunata denominazione dello Champagne, c'è la zona, rinomatissima, dello
Chablis. Da qui provengono Chardonnay particolari, per forza ed eleganza, tanto
da pensare che il celebre vitigno sia autoctono di questa terra. La
particolarità sta nella ricchezza del suolo che, essendo stato sommerso per
secoli dalle acqua del mare, ha mantenuto una consistenza in fossili di
ostriche e conchigliacei Kimmeredge non
riscontrabile in nessun'altra località al mondo, che donano allo Chardonnay un
carattere unico, autentico, sopraffino, di grandissimo bianco raffinato. Per quel file rouge che lega lo Chablis
all’Aube, la zona più meridionale della Champagne (la distanza è di circa 60
kilometri), i suoi vini sono ricordati come “champagne senza perlage, ovvero
champagne fermi”. Colore giallo paglierino con riflessi verdolini, racconta di
pietra focaia e salsedine, resina ed aghi di pino, poi spezie dolci e burro,
con accenni di frutta esotica e miele millefiori. Assaggio saporito,
equilibrato, morbido e dalla vivace freschezza, mostra coerenti ricordi
olfattivi e una sferzata di mineralità invidiabile che coinvolge tutto il
finale come una ventata di aria fresca. Percorso in acciaio Inox. Bene con l’insalata
di Barbabecco, Uva, Noci e miele d’acacia.
3) Pouilly Fuissé 2015 Maison Moillard. Maison Moillard ha sviluppato un'esperienza
unica nell'arte di essere un commerciante di vino. 130 viticoltori partner. Poi una meticolosa
vinificazione e affinamento. puntando sulla vinificazione parcella per
parcella.Per i vini bianchi come questo chardonnay del Maconnais, ha ricercato complessità aromatica, eleganza e
freschezza. Il mosto fermenta in tini di acciaio inox termoregolati . L'agitazione
regolare mantiene le fecce fini in sospensione nel vino per conferire
complessità aromatica e rotondità. Un vino bianco fresco e minerale nato da uve
Chardonnay di diversi villaggi del Maconnais, zona meridionale della Borgogna vitivinicola, fuori dalla Côte
d’Or. Nuance frutta e floreali che
introducono un sorso morbido e rinfrescante, di ottimo equilibrio e buona
sapidità. Da non confondere con Pouilly Fumé, sauvignon blanc de la Loire. Ha
accompagnato, come secondo vino, l’insalata di Barbabecco, Uva, Noci e miele
d’acacia.
4) Bourgogne Pinot Noir 2019 Martenot. UN VINO GOURMET proveniente
da diverse zone della Côte de Nuits. Sarebbe più corretto chiamarlo ‘profumi di
Borgogna’ perché le uve che lo compongono, naturalmente tutte della varietà
Pinot Noir, provengono da diversi appezzamenti. Un blend fresco e vivace,
vinificato tradizionalmente in acciaio termo-regolato e successivamente
affinato per 10 mesi in botti di rovere da 225 lt. Fil rouge è la matrice del
terreno, ricca in marna e argilla, che marca spietatamente il vino rendendolo
complesso, profondo e vivo nella mineralità. Colore rosso rubino al naso ha
parlato di ribes, prugne sotto spirito e corteccia bagnata, una leggerissima
spaziatura. Assaggio caldo ma allo stesso tempo fresco; ha corpo e tannini da non sottovalutare che hanno
accompagnano un sorso maturo, ricco di ritorni fruttatii. Un vino “da pasto”. L’abbinamento
scelto? Cubetto di entrecôte e la sua riduzione.
5) Bourgogne Hautes Cote de Beaume 2019 Domaine Roux. Questo
elegante pinot noir, prodotto con uve provenienti esclusivamente dall'area
delle Hautes Côtes de Beaune; le vigne si trovano tra i 280 e i 450 metri di
altitudine, con un suolo ricco di marne. Dopo la vendemmia, rigorosamente
manuale, e la farmentazione in acciaio, il vino affina per 7-8 mesi al 50% in
legno e 50% in inox. Rubino con
riflessi porpora; al naso si distinguono profumi di ciliegia, fragola, frutti
di bosco, seguiti da sentori di spezie e liquirizia. In bocca è fruttato,
spontaneo e vivace. Il risotto al piccione lo ha esaltato.
6) Bourgogne Hautes Cote de Nuits Les Dames Huguette 2018 Guy Simon. Il
Bourgogne Hautes-Côtes de Nuits "Les Dames Huguette" firmato Guy
Simon & Fils nasce su di un esteso altopiano, quello caratteristico della
denominazione, compreso fra le alture di Digione e Maranges. Affinato in legno
per circa 18 mesi, è un vino strutturato e di buona acidità, invitante al naso
e carezzevole al palato. Rosso
rubino. Al naso si è rivelato piacevolmente intenso; si è esprime con sentori
dominanti di piccoli frutti rossi e distinte note di vaniglia. Al palato si è presentato
rotondo e setoso, con una trama tannica vellutata e un'ottima persistenza. Come secondo vino sul risotto al piccione. Chapeau!
7) MARSANNAY ROUGE 2018 - LOUIS LATOUR. Il Marsannay Rouge di Latour è un vino elegante, rotondo, di medio corpo ottenuto da Pinot Nero dei vigneti di Marsannay, zona dell’estremo nord della Côte de Nuits. Il bouquet richiama i frutti di bosco e il pepe nero, con sentori di mora e ciliegia in evidenza. Il sorso è armonico, vellutato e intrigante. Le viti, la cui età media si aggira intorno ai 30 anni, crescono affondando le proprie radici in terreni principalmente composti da calcare e argilla. I grappoli, una volta raccolti e portati all’interno dei locali di vinificazione, fermentano in botti di rovere, per poi procedere ad affinare in vasche d’acciaio per 10-12 mesi, al termine dei quali si procede con le operazioni d’imbottigliamento. Un procedimento che ha poco di “metodo borgognotto”, direi anzi al contrario. Le eccezioni che fanno grandi i vini della borgogna. E del maialino cotto a bassa temperatura abbinato a questo superbo Marsannay ne vogliamo parlare?
All’Osteria Le Terme Stefano
Bergamini sta già lavorando ad altre serate da non perdere: la prima, il 19
novembre con replica il 26? QUE VIVA ESPAÑA!!!
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