Barone De Cles
Interpretazione del Teroldego Rotaliano
Sono stato ad ascoltare la storia
legata ai Signori di Cles, attento,
interessato, concentrato. Nulla al caso.
Essere partecipe di una
degustazione ed ascoltare il contesto storico da cui è nata questa realtà
vitivinicola.
La Val di Non, un promontorio, il Castello dei Signori di Cles. Bernardo
Clesio, cardinale e principe vescovo di Trento e Bressanone, cancelliere
supremo di Ferdinando d’Asburgo. Persona importante tanto da essere ricordato
come personaggio più illustre del casato.
Nel 2011 la costituzione della
Fondazione “Accademia Bernardo Clesio”.
Direte voi: “ma il vino cosa
c’entra?”
Una delle finalità della Fondazione è:” istruire e formare, la ricerca e
sperimentazione scientifica nel campo della viticoltura, con particolare
riferimento alle loro interconnessioni con l’ambiente e in armonia con la
tutela e la valorizzazione del territorio”.
Tutto è iniziato da quella vigna
sulle balze intorno al Castello di Cles. Ne sono passati dei secoli per
arrivare agli anni ’40 del XX secolo. L’eredità, dalla famiglia Scari di
Cronhof per successione in linea
femminile, dei terreni della Piana
Rotaliana e la cantina nel centro storico di Mezzolombardo, cantina attiva fin
dal 1600.
Quindi una storia che parte da
molto lontano.
Oggi le uve verngono
coltivate nei vigneti posti nei Comuni di
Mezzolombardo, Mezzocorona e San Miche all’Adige. L’eccezionale fertilità
dei terreni in quella pianura alluvionale che è la Piana Rotaliana, ha
consentito la messa a dimora di vigneti che, con la coltivazione a pergola
trentina, producono il vino “principe” da queste parti: il Teroldego.
“ Il nostro omaggio a questa grande varietà, racchiusa entro una
piccolissima zona di produzione, si articola in tre momenti distinti, ma
legati, perché sarebbe riduttivo cercare di racchiuderla in una sola tipologia
di vino.I tre vini che formano la
trilogia del Teroldego rappresentano tutto quello che possiamo dire, in
senso viticolo ed enologico, su questa varietà”.
Vediamo nel dettaglio la
degustazione dei tre campioni con riportate le note aziendali e le mie:
·
Teroldego
Rotaliano Primo 2013. “Primo é
l'esperienza varietale del Teroldego. Ció per cui la varietà é in quanto
varietà. Chiunque sia interessato a capire il Teroldego, senza alcun aspetto
evolutivo o di cantina, troverà in Primo l'esperienza olfattiva e gustativa più
vicino alla varietà in sé e per sé. Come si potrebbe infatti capire un vino
maturato in botti di cemento o legno, senza sapere come sarebbe passando
velocemente dalla fermentazione alla bottiglia ? Le piante più giovani di
Teroldego sono quelle che, una ad una, vengono selezionate per la vendemmia
dell'uva che da questo vino. La loro capacità esprimere un frutto intenso,
giovane e fresco é unica”.
Rubino
trasparente. Floreale con sentori di lavanda e fiori di campo. Fruttato con
aromi di ciliegia. Al palato i tannini ancora vivi, evidente freschezza e
sapidità avvolta in una buona dose di morbidezze. Buono. Voto 87/100
·
Teroldego
Rotaliano Maso Scari 2012. “Il vino
che prende il nome da un podere di 14 ettari la cui posizione, forma,
estensione e stratigrafia, lo rende unico in piana Rotaliana. Esso si trova
infatti al centro della Piana Rotaliana, sul triplice punto di confine tra i 3
comuni della zona doc del Teroldego Rotaliano: Mezzocorona, Grumo San Michele e
Mezzolombardo.Il terreno é formato da detriti, in massima parte ciottoli e
minerali, che il Noce ha scaricato qui per secoli durante le sue esondazioni.
Le vigne si trovano a vegetare in un terreno estremamente povero dal punto di
vista idrico e ricco di minerali in cui le radici, penetrando in profondità
alla ricerca di acqua, assimilano componenti minerali che accumulano nelle
bacche.Maso Scari deriva dalla vinificazione delle piante adulte presenti nel
vigneto”.
Rubino tendente
al granato. Affinamento per 18 mesi in botti grandi. Profumi di piccoli frutti
di bosco verso terziari speziati come caffè e leggere vaniglie. Al palato
morbido con trama tannica di ottima fattura. Fresco e sapido con ritorni
retrolfattivi fruttati. Ottimo, Voto
88/100
·
Terodego
Rotaliano Superiore Riserva Cardinale 2011. “Il tallero di Bernardo Clesio é stato incastonato al centro di una stella
dalle linee rinascimentali. Con questo vino la Trilogia del Teroldego celebra
il ricordo e la memoria di ciò che il tempo ed il divenire non può cancellare:
un grande personaggio europeo, un grande vitigno europeo, un grande stile
europeo. L'identità gloriosa del Tirolo italiano é stata racchiusa in una
bottiglia che é un piccolo grande monumento enologico, storico ed estetico del
meglio che la nostra terra può dare. Cardinale deriva dalle più antiche piante
di maso Scari. Piante centenarie raccolte una ad una per dare un vino longevo
abbastanza per durare quasi come la storia che racconta”.
Granato. Nell’orizzontale si apre su toni floreali di
peonia, violetta e rosa rossa per poi lasciare il campo a copiose note fruttate
di lamponi, mirtillo e ciliegie. I 30 mesi di affinamento in botti grandi ci
portano al naso terziari diffusi di caffè, cuoio in un abbraccio vanigliato. Al
palato tannini finissimi ed equilibrio perfetto tra la nota fresco-sapida e le
morbidezze date dai polialcoli diffusi. Eccellente.
Voto 93/100
Urano Cupisti
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