Essere o non
essere questo è il problema: se sia più nobile tappare una bottiglia con il
sughero o cambiare con uno stelvin risolvendo un mare di problemi combattendo
l’ipocrisia e lo scetticismo?
Novello Shakespeare
prestato alla vitivinocoltura affronto ancora una volta questo tema che si
presenta ciclicamente.
Esistono
numerosi tipi di tappo per chiudere le bottiglie del vino.
Secondo Wikipedia si possono suddividere per il materiale
usato o per struttura:
- Tappo di
sughero, realizzato in sughero naturale, agglomerato o multistrato;
- Tappo
sintetico che tende oggi a sostituire il tappo in sughero;
- Tappo in
vetro, di solito con anche una funzione decorativa;
- Tappo in
plastica PE e HDPE;
- Tappo a
corona, utilizzato normalmente per le bottiglie di birra.
Per i sintetici, vetro, plastica e a corona vengono usati
per alcune specificità precise come vini da bere subito, per spumanti dolci di
facile consumo o in alcuni paesi, come quello a vite, dove il tappo non ha
tradizione ma solo come elemento di funzionalità.
Diversa è la
diatriba tra sughero e una delle recenti innovazioni in questo campo: il tappo a vite, o Stelvin, nome derivante
dalla più famosa casa produttrice di questo tipo di congegno.
Pro e contro, tradizionalisti ed innovatori. Il vino da che parte sta?
Secondo uno dei più famosi produttori altoatesini e sponsor
indiscusso della validità del tappo a vite, Franz Hass, non esiste
tappatura migliore dello stelvin.
"Nel 1996 ho partecipato a una degustazione diciamo alternativa in Sardegna. E sono rimasto sorpreso dalla varie tipologie di chiusure proposte. Tra le tante mi sono interessato al tappo a vite. Ho iniziato a studiarlo e usarlo per ricerca e studio. Ma da due anni lo uso su tutti i miei vini. Anche per quelli che fanno lunghi invecchiamenti. Perché in base alle prove che ho fatto, i benefici del tappo a vite non sono solo per i bianchi, ma anche per i rossi che, anzi, ne godono di più".
A questo punto la domanda sorge spontanea, come ebbe a dire
un famoso conduttore televisivo alcuni anni fa: <<perché in Italia (e non
solo) non ha preso campo visti i risultati raggiunti?>>
Franz Hass risponde così: "Non credo che sia il tappo a
vite a non avere successo. Credo che il problema sia un errore di fondo nella
giusta comunicazione. Anch’io all'inizio ho avuto qualche difficoltà a far
comprendere le differenze. Ma oggi posso affermare che il tappo a vite è la
chiusura migliore per la qualità del vino".
Dai più scettici arriva una sentenziale affermazione:<<non
tutti i vini possono sopportare un tappo stelvin>>
Franz Hass risponde categorico : "Non solo si conserva
meglio, ma invecchia benissimo. Ho solo 16 anni di esperienza; non c'è
confronto. Vince il tappo a vite".
E degli spumanti ne vogliamo parlare?
“La permanenza sui lieviti non è effettuata con i tappi a
corona? Eppure nelle bottiglie abbiamo ben 6 bar di pressione. Perché dopo la
sboccatura non procedere a ritappare con uno a corona?”
Ma l’arte dello stappare una bottiglia con quel rito, gesta,
il cui insegnamento rientra nella
formazione di un ottimo sommelier dobbiamo archiviarla?
<<Bisogna bere il vino, mica il tappo.>>
Agli scettici Franz Hass manda un invito: <<venite da
me in cantina ad assaggiare tutte le prove che ho fatto negli ultimi anni. Tutti
coloro che sono venuti non hanno cambiato idea!>>
Tappo a vite avanti tutta!!!
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