NOTIZIE FLASH
La rubrica delle novità, come dire “prossimamente sui vostri
schermi” ovvero nei vostri calici.
Salviamo il Pinot
Grigio Ramato: non è un Rosé.
Pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la modifica di
disciplinare della DOC delle Venezie: emanato il decreto che permetterà di
utilizzare i termini “rosato”, “rosé” o “ramato” in etichetta.
Il vino rosato è oggi più che mai sulla bocca di tutti. I
trend parlano chiaro: il consumatore globale cerca e beve rosé. Ne consegue che l’industria vinicola è
impegnata a cavalcare (ahimé ndr) l’onda delle “mode rosa” e le conseguenze
sono sotto gli occhi di tutti (ma non è questa ultima considerazione la
notizia).
il Consorzio delle Venezie attraverso uno studio iniziato
già nel 2017 ha deciso di investire nella ricerca associata al Pinot Grigio e,
in particolare, alla sua versione ramata. Una tipologia che a tutti gli effetti
rappresenta la storia e la tradizione vitivinicola di questo vino-vitigno
legato a doppio filo al Nordest italiano sin dalla fine dell’800: qui viene
oggi prodotto l’85% del Pinot grigio nazionale e il 43% di quello globale. Fino
qui tutto bene. Plaudiamo all’iniziativa.
“È ormai evidente che il trend del rosato sia in forte crescita”, chiosa il Presidente del Consorzio di Tutela Albino Armani. “Mi preme sottolineare che la nostra attenzione verso la tipologia esula da qualsiasi moda del mercato o del momento".
Conoscendo Albino Armani non posso che credergli e lui sicuramente continuerà a riportare in etichetta "ramato". Ma la tentazione a scrivere rosé e approfittare del momento modaiolo a scapito di una informazione corretta sarà forte. Ferma convinzione di Eretico.
“Finalmente abbiamo ottenuto l’approvazione della modifica del disciplinare che ci permette di formalizzare una categoria che da sempre è nostra”.
E qui casca l’asino. Avanti tutta: “rosato”, “rosé” meglio di “ramato”.
Il Pinot Grigio ramato non è Rosé. P.M.!!! (PM sta per Porca
Miseria!)
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