Motivo del contendere non la filosofia che anima queste due
visioni ma il cercare di portare chiarezza con norme, articoli, leggi. E quando
ci mettono le mani i politici si salvi chi può.
Un esempio: l’art 3 del DDL in discussione al nostro
Parlamento recita:
“il metodo di
agricoltura biodinamica, che prevede l'uso di preparati biodinamici e specifici
disciplinari, applicato nel rispetto delle disposizioni dei regolamenti
dell'Unione europea in materia di agricoltura biologica, è equiparato al metodo
di agricoltura biologica”.
E Rudolf Steiner, la sua filosofia? La risposta di alcuni
scienziati ai parlamentari: si rischia di finanziare con i soldi pubblici una
"pratica esoterica opposta e inconciliabile con qualunque dato scientifico”.
Il parere autorevole del Prof. Attilio Scienza: “Bisogna
fare delle considerazioni che vanno al di la delle metodologie. Se noi le
giudichiamo da un punto di vista scientifico queste non possono essere
ricondotte a metodo scientifico. La biodinamica va oltre. Molto spesso si
valuta come evoluzione del metodo biologico ma non è comparabile e misurabile.
Se fossi un produttore biologico mi sentirei in crisi se mi sentissi paragonato
a un biodinamico. La biodinamica introduce elementi diversi rispetto al
biologico dunque il paragone o l’evoluzione non è corretta. Sono cose diverse.
In comune hanno solo il termine “bio” che complica la comprensione, e di
conseguenza anche per un consumatore diventa problematico. Bisogna stare
attenti a enfatizzare, a dare informazioni sbagliate”.
Chiarito questo alla domanda sull’opportunità del
finanziamento specifico all’agricoltura biologica, ed eventualmente
biodinamica, il Professore non ha dubbi: “Ciascuno potrà fare o comunicare
quello che si vuole. Ma non è corretto dare un contributo, finanziato con soldi
pubblici, a questo tipo di agricoltura. Ognuno lo faccia con i suoi mezzi.
Bisogna semmai sostenerla con delle convenzioni. E’ come se chi scegliesse di
fare bio abbia un diritto a un certo riconoscimento. La viticoltura biologica
ad esempio – e conclude – la fanno in tanti ma nei fatti i numeri dimostrano
che le etichette di vino bio sono molto di meno”.
E il pensiero dei produttori?
Alessandro Dettori, vignaiolo “naturale” sardo risponde
così: “C’è stato un grande equivoco, ma forse è stato un volere cavalcare
un’onda mediatica visto oggi che si vive di hahstag e thread. Lo Stato non da
neanche un euro all’agricoltura biodinamica in quanto tale, ma nella legge si
precisa che i denari andranno a chi avrà un sistema di certificazione
dell’unione Europea. Niente soldi agli stregoni insomma, dal momento che chi fa
biodinamica nel 99% dei casi ha una certificazione bio”.
Scienza e fede, battaglie ideologiche condotte da profani.
Ed ancora siamo all’inizio.
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