giovedì 5 agosto 2021

Biodinamica e biologico eterno dilemma.

 




Biodinamico spesso equiparato al biologico: la discussione anima il mondo del vino.

Motivo del contendere non la filosofia che anima queste due visioni ma il cercare di portare chiarezza con norme, articoli, leggi. E quando ci mettono le mani i politici si salvi chi può.




Un esempio: l’art 3 del DDL in discussione al nostro Parlamento recita:

 “il metodo di agricoltura biodinamica, che prevede l'uso di preparati biodinamici e specifici disciplinari, applicato nel rispetto delle disposizioni dei regolamenti dell'Unione europea in materia di agricoltura biologica, è equiparato al metodo di agricoltura biologica”.




E Rudolf Steiner, la sua filosofia? La risposta di alcuni scienziati ai parlamentari: si rischia di finanziare con i soldi pubblici una "pratica esoterica opposta e inconciliabile con qualunque dato scientifico”.

Il parere autorevole del Prof. Attilio Scienza: “Bisogna fare delle considerazioni che vanno al di la delle metodologie. Se noi le giudichiamo da un punto di vista scientifico queste non possono essere ricondotte a metodo scientifico. La biodinamica va oltre. Molto spesso si valuta come evoluzione del metodo biologico ma non è comparabile e misurabile. Se fossi un produttore biologico mi sentirei in crisi se mi sentissi paragonato a un biodinamico. La biodinamica introduce elementi diversi rispetto al biologico dunque il paragone o l’evoluzione non è corretta. Sono cose diverse. In comune hanno solo il termine “bio” che complica la comprensione, e di conseguenza anche per un consumatore diventa problematico. Bisogna stare attenti a enfatizzare, a dare informazioni sbagliate”.




Chiarito questo alla domanda sull’opportunità del finanziamento specifico all’agricoltura biologica, ed eventualmente biodinamica, il Professore non ha dubbi: “Ciascuno potrà fare o comunicare quello che si vuole. Ma non è corretto dare un contributo, finanziato con soldi pubblici, a questo tipo di agricoltura. Ognuno lo faccia con i suoi mezzi. Bisogna semmai sostenerla con delle convenzioni. E’ come se chi scegliesse di fare bio abbia un diritto a un certo riconoscimento. La viticoltura biologica ad esempio – e conclude – la fanno in tanti ma nei fatti i numeri dimostrano che le etichette di vino bio sono molto di meno”.

E il pensiero dei produttori?




Alessandro Dettori, vignaiolo “naturale” sardo risponde così: “C’è stato un grande equivoco, ma forse è stato un volere cavalcare un’onda mediatica visto oggi che si vive di hahstag e thread. Lo Stato non da neanche un euro all’agricoltura biodinamica in quanto tale, ma nella legge si precisa che i denari andranno a chi avrà un sistema di certificazione dell’unione Europea. Niente soldi agli stregoni insomma, dal momento che chi fa biodinamica nel 99% dei casi ha una certificazione bio”.

Scienza e fede, battaglie ideologiche condotte da profani. Ed ancora siamo all’inizio.






L'Eretico del Vino





Nessun commento:

Posta un commento