Visita alla Fattoria Valdrighi
Montecarlo di Toscana
“La Fattoria è stata
fondata nel 1939 dal nonno di mia moglie Athos Valdrighi”.
È cominciata così la “chiacchierata”
con Davide Giannoni divenuto recentemente
responsabile aziendale a tempo
pieno della Fattoria Valdrighi.
Dopo un percorso diverso e
intrapreso una formazione vinicola, ha preso in mano le sorti della Fattoria ad
una condizione: condurre una trasformazione senza rinnegare il passato.
Oggi i vigneti si estendono su circa 3 ettari intorno alla masseria di
proprietà sul lato sud-ovest della collina di Montecarlo.
L’allevamento principale è costituito da Sangiovese e Trebbiano senza
dimenticare Merlot, Syrah, Vermentino e Sauvignon Blanc.
Rese molto ragionevoli
(mediamente 50 hl su ettaro per 20.000/23.000 bottiglie l’anno).
“Osservo le regole dell’agricoltura
biologica anche se non ho la certificazione”.
Musica per le mie orecchie: il
Vino prima di tutto deve essere buono!
“Nel corso del 2016 sono state
gettate le basi per due nuovi vini: un Merlot in purezza e un Bianco dove il
trebbiano sarà accompagnato da altre uve non ancora scelte”.
Sono in corso prove con
chardonnay, sauvignon blanc e vermentino. Sono già pronti i nomi e le
etichette. Ma certe scelte sono importanti da fare senza fretta perché lanciare nuovi vini sul mercato è l’immagine
aziendale che ne dovrà trarre vantaggi,
utilità e interesse.
“Fino ad oggi le vinificazioni sono state fatte tutte in inox a
temperatura controllata. Domani chissà… qualche barrique… forse”
Da sempre i vini hanno seguito i canoni della tradizione montecarlese:
freschezza, rigore, ricerca di una vinosità pura.
L’esperienza del 2014 è stata
la chiave della svolta. Capire che, con tecniche diverse in cantina, si possono
ottenere risultati diversi. Dall’emergenza (2014 giocoforza) alla progettualità
futura per nuove esperienze al passo con le richieste del mercato.
“ È stata la vendemmia 2014,
difficile, problematica, che mi ha aperto ad interventi di miscelazione per
salvare quanto prodotto. Al vino che si è presentato, al momento della
svinatura, scarico nel colore, senz’anima, ho fatto svolgere un “ripasso” sulle
vinacce di merlot ottenendo un prodotto con un naso più dosato, un ingresso al
palato soffice e meno vinoso. Forse manca l’eleganza. Pazienza. L’annata è
stata salvata anche se i presupposti per la longevità sono venuti meno”.
Sarà, a mio avviso, il “Per Clara”,
dedicato alla nonna, moglie del
fondatore Athos, il vino “cru” aziendale. Quell’aggiunta del 20% di Prugnolo gentile,
affinato per 12 mesi in barrique, ad un mix di Sangiovese/Syrah, già da adesso
ne fa la differenza.
Visita del 18 maggio 2017
Urano Cupisti
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