Spumanti italiani e Champagne: basta con i confronti
Tutti gli
anni quando arriviamo vicino alle feste natalizie e di fine anno ecco
riecheggiare il solito ritornello:
"Lo spumante
italiano è migliore dello champagne".
Lo champagne viaggia su un altro pianeta. Tocca a noi puntare sulle zone tradizionali spumantistiche italiane per diminuire il gap che ancora esiste (Alta Langa, Oltrepò, Franciacorta e Trentino) e non spumantizzare di tutto.
Alcune eccellenze italiche (si contano sulle nostre dieci dita) non possono da sole competere con lo champagne per un solo motivo: sono diverse.
Esistono in quel territorio fattori storici, ambientali e di tradizione non replicabili. Ne cito alcuni: Pinot Noir e Chardonnay unici, Pinot Meunier inadattabile in altri territori, il crayon, la belemnite, il micraster, il clima continentale ed oceanico e la Bise Noir, vento freddo dell’Est al 50esimo parallelo.
Mi ha fatto molto piacere leggere in questi giorni l’intervista dell’Ansa a Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi: ” Adesso basta al confronto con gli champagne,Il metodo classico italiano sta riscuotendo un enorme successo. Ma dobbiamo fare attenzione a non scivolare sul confronto campanilistico con gli champagne, che viaggiano ancora su un altro pianeta”.
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