sabato 2 gennaio 2021

la "frappatomania" risale lo stivale

 

“frappatomania”


grappolo di frappato

Dopo l’ubriacatura data dal Nero d’Avola proposto negli anni passati in tutte le salse, dopo l’exploit dei Nerelli dell’Etna, paragonati al Pinot Noir della Borgogna (sacrilegio), ecco all’orizzonte un altro “cavallo enoico” su cui puntare: il Frappato.

Chi è costui? Si dice, si mormora che le sue origini siano spagnole. A noi interessa di più la sua prossima diffusione sul territorio nazionale.

 


Attualmente una produzione circoscritta principalmente nel ragusano e il suo utilizzo, fino a pochi anni fa, esclusivamente come spalla del più noto Nero d’Avola. Basti pensare al Cerasuolo di Vittoria.



Noto, in loco, anche con il nome di Surra e Nero Capitano, ottiene l’ufficialità di esistenza in tempi abbastanza recenti. Infatti la sua iscrizione al Registro Nazionale delle Varietà di Vite risale al 1970.

L’origine del suo nome è attribuita alla sua particolarità principale: frutto, fruttato, frappato.




Altre notizie importanti? L’epoca di maturazione è tardiva rispetto ad altre varietà isolane.

Avete in mente il colore del Ciliegiolo? Tale e quale. In più ha un’altra dote non trascurabile: i suoi vini possono invecchiare nel tempo.

Alcuni produttori siciliani lungimiranti già da tempo hanno posto il Frappato al centro dei loro progetti futuri in parte già realizzati. 




Vinificazione in rosso, in bianco, in rosé. Vuoi che non esca la versione spumantizzata? Tempo al tempo e prepariamoci a vedere più spesso  sulle tavole e sugli scaffali della grande distribuzione Frappato a tutto spiano, meglio dire a gò gò. E per gli abbinamenti?

Chi lo consiglia come vino giovane, chi da aspettare (invecchiamento) per accompagnare gli stufati ed affini, chi azzarda sulla pizza.

Le premesse per una frappatomania ci sono tutte. Chapeau!


Urano Cupisti

L'Eretico del Vino






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