“frappatomania”
Dopo l’ubriacatura data dal Nero
d’Avola proposto negli anni passati in tutte le salse, dopo l’exploit dei
Nerelli dell’Etna, paragonati al Pinot Noir della Borgogna (sacrilegio), ecco
all’orizzonte un altro “cavallo enoico” su cui puntare: il Frappato.
Chi è costui? Si dice, si mormora che le sue origini siano spagnole. A noi interessa di più la sua prossima diffusione sul territorio nazionale.
Attualmente una produzione circoscritta principalmente nel ragusano e il suo utilizzo, fino a pochi anni fa, esclusivamente come spalla del più noto Nero d’Avola. Basti pensare al Cerasuolo di Vittoria.
L’origine del suo nome è
attribuita alla sua particolarità principale: frutto, fruttato, frappato.
Altre notizie importanti? L’epoca
di maturazione è tardiva rispetto ad altre varietà isolane.
Avete in mente il colore del
Ciliegiolo? Tale e quale. In più ha un’altra dote non trascurabile: i suoi vini
possono invecchiare nel tempo.
Alcuni produttori siciliani lungimiranti già da tempo hanno posto il Frappato al centro dei loro progetti futuri in parte già realizzati.
Vinificazione in rosso, in bianco, in rosé.
Vuoi che non esca la versione spumantizzata? Tempo al tempo e prepariamoci a
vedere più spesso sulle tavole e sugli
scaffali della grande distribuzione Frappato a tutto spiano, meglio dire a gò
gò. E per gli abbinamenti?
Chi lo consiglia come vino
giovane, chi da aspettare (invecchiamento) per accompagnare gli stufati ed
affini, chi azzarda sulla pizza.
Le premesse per una frappatomania
ci sono tutte. Chapeau!
Urano Cupisti
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