giovedì 29 ottobre 2020

Amici, ditemi la verità: ne sentivate la mancanza vero?

 


C'è il via libera dall'Unione europea: sì al Prosecco Rosé. 

Prime bottiglie a fine dicembre

 Via libera dell'Unione Europea al Prosecco rosé con la comunicazione di approvazione di una modifica ordinaria al disciplinare di produzione che consentirà di stappare le prime bottiglie già a Capodanno. 
Lo rende noto la Coldiretti nell'annunciarne l'avvenuta pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea C 362/26.

"Le bollicine più famose al mondo" ( è vero, lo champagne è tutt'altra cosa: è perlage) possono ora vantare un ulteriore riconoscimento ufficiale. 

La Doc Prosecco, dunque, da oggi potrà esportare l’ultimo nato di famiglia, il Prosecco Doc Rosé, tanto atteso dai principali mercati del mondo (sic!) al punto che la stragrande maggioranza delle bottiglie prodotte era già stata prenotata prima ancora di uscire dalle autoclavi dove il disciplinare di produzione le impone un affinamento di almeno 60 giorni prima di essere messa a disposizione del consumatore.

"Infatti - conferma il presidente Stefano Zanette - dei 486 milioni di bottiglie prodotte, circa il l’80% di esse prende la via dell’export e, grazie al riconoscimento europeo, si stima che le vendite troveranno maggiore stimolo e vigore in questo ultimo trimestre del 2020. Mi congratulo con quei produttori che si sono dimostrati prontissimi ad afferrare questa opportunità, impegnandosi fin da subito per non farci cogliere impreparati”.

Dopo questo importante quanto atteso traguardo, il Consorzio sta già guardando al futuro.

In settimana infatti, verranno avviati i primi test tesi a definire le tipologie da riservare ai produttori del territorio triestino e in particolare alla menzione Prosekar (termine sloveno ad indicare le produzioni da vitigno glera nei dintorni della cittadina Prosecco alle porte di Trieste, che rivendica la paternità del nome Prosecco. ndr).

 Un’opportunità che guarda a un territorio dalle indubbie potenzialità, da condividere con un numero sempre maggiore di produttori locali. 

“Eccallà”, ci ri-siamo. Un’altra battaglia che ricorda quella con gli ungheresi per il Tokaj.


Fonte: Cronache di Gusto, osservazioni in neretto dell’Eretico del Vino.


L'Eretico del Vino





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