“Solo lo abitammo, con tutto l’amore che può avere una
madre. Sarà la barbatella, da qualche mese piantata, ora, a scrivere le altre
storie della Conca. Come fu per la terra benedetta dalle piante, per la casa
ricostruita secondo la regola di quei luoghi, ecco: il vino unirà ancora una
volta il cielo alla terra, il pensiero all’azione, il pensiero dei padri e
delle madri al frutto dei figli, dei nipoti. Rieccoci qui, con la nostra
meraviglia”.
Rieccomi qui, a Bolgheri, dopo due anni a calpestare le
vigne e ad assaggiare l’evoluzione dei vini del podere Conca.
E come sempre
sarà un successivo articolo a svelare i segreti di Silvia, coadiuvata da Linda,
da Ginevra e da Maddalena. Chapeau!
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