"Badìa è in genere un sinonimo, variante di abbazia. Non
tutti sanno che indica una comunità monastica o il complesso degli edifici
claustrali oppure chiese che anticamente erano monastiche. Se poi aggiungiamo
che i monaci che l’hanno fondata ed abitata erano dell’ordine dei Camaldolesi
tutto quanto ha un senso. La presenza dell'abbazia faceva sì che il paese fosse una
tappa dei pellegrini che percorrevano la Via Francigena nel tratto tra Lucca ed
Altopascio".
Tutto questo al primo “approccio” con Matteo, ultima generazione
della famiglia Romani che tutt’oggi fa sì che i circa 160 ettari (bosco, uliveti,
seminativi e vigneti, dodici ettari) della Tenuta siano punto di riferimento per “i
nuovi pellegrini della Via Francigena”, ristoro (agriturismo) e “conforto” per
gli appassionati di vino.
Ieri a calpestare le vigne delle Tenute di Badia, a
percorrere l’antico “letto” del fiume Serchio, a chiacchierare con Matteo e
capire i sistemi di allevamento “capovolto
alla lucchese”, a fotografare quell’incantevole canneto di vero bambù ed
assaggiare il continuo processo evolutivo vinicolo.
Un angolo particolare della
Doc Montecarlo. Chapeau!
Nessun commento:
Posta un commento