SOGNO o SON DESTO?
SOGNO!
IL TOUR di Vino una
Passione – Fratellanza Enoica by
l’Eretico del Vino è UNA REALTÀ
BOURGOGNE!
Ce l’abbiamo fatta, il Covin-19 non ci ha fermato.
Considerando che tra i partecipanti al viaggio abbiamo due chauffeurs
de bus o bus drivers (fate voi) del calibro di Cristiano e Siro, ho riunito i
due gruppi su di un unico bus da 20 posti.
La partenza è stata di buon’ora (ore 6), tutti pronti,
puntuali come “cadetti” al parcheggio scambiatore, quello degli Uraniani. Guida Cristiano.
Abbiamo raggiunto l’Alta Savoia via traforo del Frejus. Il
tempo ci ha assistito, abbiamo attraversato le Alpi continuamente sorpassati
da italiani con a bordo gli sci diretti verso le stazioni sciistiche “in”
francesi. Il COVID-19 è ormai un ricordo.
Noi di Vinovagando Tour abbiamo altre destinazioni, quelle vitivinicole.
La Route National è bellissima, scenari mozzafiato. Laggiù,
molto lontano, abbiamo intravisto il Lago di
Bourget, la nostra prima fermata nell’avvicinamento alla meta: la Bourgogne.
I vigneti intorno ad Aubin magnificano il paesaggio. Filari
di Gamay, Mondeuse, Pinot Noir, Poulsard, Aligoté, Roussette, Jacquère
Mondreuse Blanche Chardonnay, Chasselas si susseguono a ricordare i nostri
studi sui Vin de Savoie.
Prima visita mattutina a la Cave des Fins de Cruet. Avevamo una certa “sete” di conoscenza e quindi “via agli assaggi”. Qualcuno di noi “ha storto la bocca”. Ragazzi sono i vin de Savoie, rispettiamoli.
È una domenica solare, sufficientemente calda. La Madame
della Cave ci ha preparato un tavolo all’aria aperta , sul retro, nel giardino prospiciente una vigna con tanto di bandierine italiane..
Ed eccola arrivare, accompagnata da altre signore, con tre
zuppiere di tagliatelle alla bolognese in onore degli amici italiani.
“E quando
la tagliatella chiama le Vin de Savoie rouge risponde” (devo dire che tra il
Vin de Savoie e il nostro San Crispino, anche bio, la differenza è minima).
Baci, abbracci, arrivederci e grazie.
Voce circolante nel Bus: "Ma quanto ce l’ha
fatte pagare quelle tagliatelle scotte? Alessandro, ci veniva un Grand Cru de
Vougeot".
Ma aver recitato uno spot San Crispino in terra di Savoia non ha avuto prezzo.
Siamo in ritardo sulla tabella di marcia. Via verso Cerdon
nel Bougey dove cihanno atteso i vini da vitigni Roussette e Gamay e il “famoso
rifermentato ancestrale”, appunto il Cerdon.
Non lo conoscevate?, dite la
verità. Ora che l'avete conosciuto lo
eviterete sempre, toujours.
Le Caveau La Grande Cave a Cerdon ci ha aspettato nonostante
il ritardo accumulato, per farci assaggiare le produzioni vinicole locali,
comprese le ancestrali.
“Sfacciatamente” abbiamo accettato le charcuterie “famose
dell’Haute-Savoie” compresi i formaggi d’alpeggio: BONI!!!
Baci, abbracci, arrivederci e grazie!
Abbiamo lasciato pure
qui l’equivalente di una boccia di Grand Cru di Puligny-Montrachet.
Alla guida Siro. Abbiamo proseguito per Beaune.
“Guarda
bello…fermiamoci…facciamo una foto” Robespierre (io medesimo) non ha transatto: AVANTI SAVOIA
alla META (forse ho fatto un po’ di confusione storica e di personaggi).
Si è fatta sera, solito disbrigo della consegna delle chiavi
e via verso il Restaurant CAVEAU SAINT-JACQUES. Non aggiungo altro. Tutto bello
e salato: l’equivalente di 2 bocce superlative di Bourgogne: una di
Vosne-Romanée, l’altra di Chassagne-Montrachet lasciate sul campo.
“Molto
meglio assai” evitare il dopo-cena.
Un ultimo sguardo all’Hospice illuminato e via
a “nanna” perché domani avrà inizio l’avventura vera, quella attesa da tanti
mesi, troppi: LA BOURGOGNE!
UN COLPO SECCO NEL
FIANCO DA PARTE DI DANIELA MI HA SVEGLIATO. “BASTA PARLARE NEL SONNO, DOMANI CI
ASPETTA UN ALTRO GIORNO COVID-19 E MI DEVI AIUTARE A SISTEMARE IL GIARDINO.
BASTA SOGNI”.
NO I SOGNI SONO
NECESSARI
PER CONTINUARE A VIVERE!!!
Un abbraccio virtuale a tutti.
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