Vino al calice,
quanti errori nei locali:
sette regole da
seguire per un servizio corretto
Una rapida lettura alla carta dei vini, scorriamo tutti i
nomi delle etichette. Poi mi ricordo che sono da solo. Una bottiglia mi sembra
esagerata.
Opto per il vino al calice. Non tutti i ristoranti mettono a
disposizione la loro cantina di vini da servire al calice. Spesso trovo, nella
migliore delle ipotesi, una dozzina di bottiglie. Evito magari di prendere
"il vino della casa". Solo in casi particolari, magari nei locali di
un agriturismo dove esiste la produzione di vino.
Nella maggioranza dei casi, ahimè, arriva il nostro calice con il vino già
dentro.
Mi sovviene, reminiscenze dei corsi per sommelier, che il servizio del vino al calice necessita di poche
semplici regole.
1 - La bottiglia va sempre portata al tavolo del cliente.
Anche se aperta. La regola del servizio, poi, segue quella normale. Quindi
etichetta rigorosamente rivolta al cliente, che può spulciare le informazioni
che ritiene utili.
2 - Anche nel caso di bottiglia chiusa, si procede come
sopra. La bottiglia va portata al cliente e aperta sotto il suo sguardo vigile.
Tralascio il rito della stappatura (è meglio)
3 - Attenzione agli spumanti! Anche per il servizio al calice importante farlo al tavolo.
4 - Occhio al rabbocco. Il cliente vuole un altro calice di
vino? Beh, se ne chiede uno diverso, calice pulito (asettico e inodore, magari!).
Se invece è lo stesso vino, ma di una nuova bottiglia, (dopo essersi assicurati
che non presenta difetti), non va mai
rabboccato in un calice mezzo vuoto. Cosa che accade quasi sempre.
5 - Temperature di servizio. Anche il vino al calice segue
le classiche regole. O meglio “dovrebbe” seguirle
Tutto è superato se il locale è dotato di un wine dispenser. Attenzione però alla regola n. 4
Concludendo:
datemi retta, ordinate una bottiglia e, nel
caso che non riusciate a berla, chiedete
di portarla via. Molti ristoranti vi offriranno il bag.
Notizia pubblicata da
Cronache di Gusto ed elaborata nel testo dal sottoscritto
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