Tutto è cominciato così. La scelta dei territori, gli studi
dei terreni, i primi tentativi, l’interscambio di tecnologie e tecnici. I migliori
enologi ad insegnare. Poi l’invio di delegazioni in occidente e studenti ad
approfondire la materia. Oggi chiedono come fare il Chianti, domani chissà. Una
cosa è certa: La Cina è già la sesta potenza vitivinicola mondiale con
produzioni di alta qualità. SVEGLIA!!! (Urano Cupisti)
Scuola del Chianti in Cina
È una mossa giusta?
L'iniziativa del Consorzio Vino Chianti: “Insieme all'export
aumenta l'interesse per il prodotto delle nostre aziende, un interesse che
dobbiamo coltivare".
Vino: Nasce la prima il corso per
d'Chianti Academy', in Cina: il corso per diventere esperti in vino Chianti
Firenze, 18 settembre 2018 – A lezione di vino Chianti, in
Cina. È nata la prima Chianti Academy dedicata a professionisti del settore del
vino che impareranno la storia e la cultura del vino toscano come prima cosa,
studieranno la catena di produzione e le politiche di tutela del prodotto,
degusteranno i vini di 30 diverse etichette, analizzeranno gli abbinamenti con
il cibo.
La Chianti Academy fa il suo esordio a Shenzhen con le prime
sessioni didattiche del 20 e 21 settembre per poi trasferirsi a Guangzhou,
proseguire per Shanghai e concludersi a Beijing il 29 e 30 settembre.
La Formazione: Per ottenere la qualifica di Chianti Wine Expert rilasciata
dal Consorzio Vino Chianti e quindi conseguire l’attestato della prima
Accademia ufficiale del vino Chianti d.o.c.g. è previsto che il candidato
frequenti quattro diversi moduli di lezione e superi un esame finale.
Gli studenti iscritti al momento sono 80 in ognuna delle
quattro città coinvolte e i corsi sono organizzati col supporto
dell’organizzazione di Interwine di Guangzhou, tra i leader del mercato
fieristico cinese e da qualche anno partner del Consorzio nelle attività di
promozione in Cina.
Cosa si studia quindi alla Chianti Accademy? Si parte dalla
storia del vino Chianti, a cominciare dagli Etruschi. Si analizza la catena di
produzione della denominazione, la cultura toscana legata al vino, la tutela
del prodotto, il disciplinare di produzione, passando per un assaggio intensivo
di circa 30 diverse etichette assortite dal Consorzio tra tutte le tipologie di
prodotto esistenti e rappresentative.
Ma gli studenti dell'Accademia del vino Chianti avranno modo
di trattare anche temi molto attuali, come gli abbinamenti con il cibo, il
consumo tra i giovani, la comunicazione e il marketing del prodotto.
“La Cina è uno dei mercati esteri più interessanti per il
vino italiano, - spiega il presidente del Consorzio Vino Chianti, Giovanni Busi
- negli ultimi anni insieme alla crescita dell'export è aumentata anche
l'attenzione per la formazione e per una migliore conoscenza del prodotto
Chianti, un simbolo della cultura toscana e un simbolo dell'eccellenza italiana
nel mondo. Da qui nasce l'idea dell'Accademia, un passo importante per
consolidare la presenza dei prodotti delle nostre aziende in un Paese che conta
1,3 miliardi di persone”.
Secondo i dati Nomisma si parla di una crescita del 3,3 per
cento rispetto allo scorso anno dell'export del vino italiano. L’export di
rossi Dop imbottigliati è stato meno performante, con una variazione di appena
l’1%, mentre nella categoria hanno fatto meglio i rossi Dop della Toscana che
hanno messo a segno un +11,3%, recuperando così parte del calo che si era
verificato nell’export dell’anno scorso.
Mi chiedo: Quando uscirà la prima bottiglia di Chianti made in China? Presto, molto presto. Chapeau! (Urano Cupisti)
Fonte e testo: Lisa Baracchi ufficiostampa@gallitorrini.com
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