Da tempo seguo questo progetto!
IN ARRIVO LE NUOVE COMETE DEL VINO
Alois e Alois Clemens Lageder
La Tenuta Alois Lageder continua il suo lavoro di ricerca
sui vini di domani
“Ever tried. Ever
failed. No matter. Try again. Fail again. Fail better” (Samuel Beckett),
celebre verso che ben si adatta non solo alla filosofia del progetto “Comete”,
ma più in generale all’approccio sperimentale che caratterizza la Tenuta Alois
Lageder ormai da alcuni decenni. In occasione dell’ultima edizione di Summa 2018,
Alois Clemens Lageder, sesta generazione dell’azienda di famiglia, ha
presentato ai giornalisti di settore i nuovi risultati del progetto di
sperimentazione che, da molti anni, fa leva sul potenziale dell’Alto Adige in
vista dei cambiamenti climatici, con l’intento di mantenere - e migliorare - la
qualità dei vini.
MÙS ∙ XVII, CHE ∙ XVI, BLA ∙ XVI, PIPO ∙ XV, TAN SEI ∙ XVI,
NATSCH ∙ XVI, DOT ∙ XV, ARS ∙ XVI (schede tecniche
https://aloislageder.eu/vini/comete), ecco le nuove Comete, prodotte in un
numero limitato di bottiglie, che verranno lanciate ufficialmente a giugno e
con le quali l’azienda di Magré cerca nuovamente di spingersi oltre i confini
convenzionali. Con lo sguardo costantemente rivolto al futuro e con un
desiderio quasi incontenibile di trovare risposte e soluzioni per quelli che
saranno i vini di domani, l’azienda è quotidianamente impegnata da molti anni
in ricerche e sperimentazioni che, un giorno, potrebbero rivelarsi errori o,
chissà, primi passi verso una nuova era dei vini altoatesini. Una nuova via da
seguire per chi non ha paura di affrontare il cambiamento che avanza.
Queste sperimentazioni sono iniziate negli anni Ottanta,
quando Alois Lageder iniziò a coltivare vitigni diversi, provenienti da vari
contesti geologici e microclimatici, per valutare come avrebbero risposto sia a
un habitat differente sia al cambiamento climatico. Ecco quindi vitigni che
provengono dal sud della Francia, abituati a temperature più miti – come il
Tannat, proposto per la pima volta in purezza nel 2014 Casòn Rosso che ha fatto
il suo debutto nel 2017 – o uve provenienti dalla Loira, note per la spiccata
acidità, fattore che potrebbe risultare utile e interessante per i vini
altoatesini dei prossimi anni. Infine, tra le Nuove Comete si ripresentano quei
vitigni della tradizione enoica dimenticati, portavoce del proprio territorio
d’origine, che forse torneranno alla ribalta.
La ricerca e la sperimentazione non interessano solo le
diverse varietà d’uva, ma in egual misura metodi di vinificazione non convenzionali
– o meglio, tradizionali – come una prolungata macerazione sulle bucce e i
raspi per vini come il Pinot Grigio o la Schiava, finora utilizzati come
componenti, sono oggi in bottiglia per presentarsi agli appassionati più
curiosi. “Oggi queste Comete si mostrano in un modo, domani potrebbero avere
evoluzioni differenti”, dice Clemens, e continua “Questi esperimenti ci
lasciano degli indizi, delle tracce, grazie alle quali possiamo giorno dopo
giorno migliorare il nostro lavoro e conoscere più a fondo il potenziale del
nostro territorio, allo scopo di mantenere sempre il nostro ‘marchio di
fabbrica’: eleganza e freschezza”.
Fonte e Testo: Ufficio Stampa ZED_COMM
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