lunedì 12 febbraio 2018

Leopolda: di scena il Chianti Collection





Chianti Classico Collection, quello del Gallo nero.


Chianti Classico Docg 2016, ottimi vini di gran livello. Chianti Classico "Riserva" 2015, eccellenti vini espressione di una annata 5 stelle. E le Gran Selezioni 2015? Meglio delle 2014 ma vini "senz'anima".


Lo dico con tutta sincerità: La Gran Selezione del Chianti Classico non l’ho capita. O forse l’ho capita davvero.

L’intenzione è quella di valorizzare il “top” della produzione vinicola, diretta espressione dell’azienda, quindi di una filiera autarchica. la nuova versione mira a enfatizzare quella parte di produzione certificabile come “top”.  Parola di Presidente del Consorzio.

Però a più di uno si è storto il naso nel tempo. David Berry Green (mercante di vino in Londra), citato da Decanter.com, disse alla prima uscita che l’operazione altro non è che un “aggiustamento burocratico” (una specie di arrangiamento), senza che ciò aggiunga una reale valore al prodotto. 

Secondo quanto detto allora da Green questa politica potrebbe non pagare, perché non prevede un’accurata e rigorosa delimitazione dei vigneti, alla ricerca di una possibile identificazione di Grand o Premier Cru, oppure di Vigne, combinando la cosa con lo studio della unicità geologica dei terroir del Chianti Classico, che dovrebbero diventare il cuore delle differenze stilistiche tra un comune e l’altro.

Credo che le previsioni di David Berry Green e altri uomini di vino si stiano avverando.

Il Chianti Classico Docg continua ad avere il suo fascino e le “riserve” continuano a ricoprire il ruolo di “top”.

E le Grandi Selezioni? 

Ottimi vini costruiti per il “mercato a stelle e strisce” che non giustificano il target di prezzo.

Gli assaggi alla Leopolda della vendemmia 2015 (eccellente vendemmia in generale) non mi hanno “scosso” come atteso.

Buoni vini ma “senz’anima”. Senza la vera anima del Chianti Classico.







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