domenica 30 giugno 2013

Festival Franciacorta in Versiliana, solo un "festa"

Festival Franciacorta in Versiliana, solo una “festa”.
Prima 50 cantine, poi 40, 30 ed infine 23. L’anno prossimo? Se il trend è questo… E’ possibile che il Consorzio non si sia domandato: perché? La colpa è stata del caldo (frase che circolava nella edizione passata), l’anno prossimo si darà la responsabilità al freddo, pioggia e aggiungo “la crisi”. Scarichiamo pure tutto “sulla crisi”. NO!
Vediamo di analizzare il tutto ricordandoci che la Versilia e Parma rappresentano le zone di maggior consumo di “perlage”.
1.  Il contesto. Villa La Versiliana non è da mettere in discussione. Facilmente raggiungibile, un parco meraviglioso, al centro della Versilia vacanziera e balneare. Che dire?
2.  Il periodo. Fine giugno può andare bene per una manifestazione all’aperto, il rischio pioggia è veramente minimo.
3.  Il giorno. NO decisamente NO. O meglio, per una festa, per un incontro tra sommeliers con annessi e connessi,  apericena con qualche stuzzichino…se questo è il fine ultimo…se si vuole  imitare la “festa del prosecchino?”, va benissimo così. Ma è questo lo scopo, obiettivo, finalità di detta manifestazione? E allora… Se fosse possibile due giorni, Domenica e Lunedì (giorno da dedicare solo agli operatori e alla stampa specializzata, unicamente su invito). Altrimenti, con questa formula di un solo giorno, decisamente il Lunedì. L’orario permette anche a chi lavora di essere presente
4.  Le Aziende. Stimolate dalla presenza maggiormente qualificata dovranno essere più numerose con prodotti di alta selezione perché la Versilia lo merita. Solo tre Aziende sono riuscite ad emozionarci. Un grazie doveroso per essere stati presenti ed aver offerto il top di gamma, uscito dal confusionale registrato.
5.  Organizzazione. E’ mancata una regia generale. I cancelli sono stati aperti direttamente dalle persone giunte per il seminario ed abbiamo assistito “all’assalto delle cavallette” per accaparrarsi i gadget (borse, depliants, tappi ricordo ecc…) vanificando il rispetto di un orario diversificato.
6.  Un ultima osservazione. La mancanza di assistenza alla stampa. Non un comunicato di presentazione, di progettualità futura, di collegamento con le aziende.
7.  E per finire…Il catering. Neanche quello ha funzionato. Per una fetta di salame mega coda di un’ora. Non sono un organizzatore di eventi ma frequentatore sì. Bastava aumentare i tavoli di sporzionamento e su di essi posizionare tutti i piatti previsti evitando la fila per il salame, poi per la mortadella, poi per le olive ecc… Porca miseria (lasciatela passare) ci voleva tanto?

Sarei irriverente verso coloro che, nonostante tutti questi “disguidi”, hanno onorato la Manifestazione con la loro presenza (aziende,sommeliers di servizio ecc…). A parte riporto il mio lavoro di umile cronista e degustatore consegnando ai miei amici le (poche) sensazioni emerse da una omologabilità presente, intesa come standardizzazione, asfissiante. Ed ora giù anatemi…

1 commento:

  1. Caro Urano, sfondi una porta aperta la mancanza di organizzazione sta diventando ormai consuetudine, non tutti sono così per fortuna. Le aziende, concordo col tuo giudizio, dovrebbero fare pressione affinché la manifestazione abbia un indirizzo più professionale. I prodotti normalmente sono venduti dai ristoratori e dagli enotecari, quanti ne possono venire il sabato dalle 17 alle 22, ben pochi. E allora andiamo col concetto, fine settimana in versilia, apericena a scrocco e via. Massimo Arata

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