Sempre l’eterna domanda: l’etichetta di un prodotto condiziona l’acquisto?
Certo che sì!!!
Qualcuno recentemente ha scritto: "La scelta di un
prodotto dipende dall’impatto emotivo della sua etichetta".
Ma porca miseria, è scritto (ed insegnato) in tutti i “manuali”
di marketing. Ma dove vive quello scienziato illuminato? Le tonnellate di spot pubblicitari
che ci sommergono 24 h al giorno e condizionano questa nostra “vita moderna”
per lui non esistono?
Quando i programmatori interrompono un film durante la
visione della scena-madre con uno spot o un conduttore interrompe un talk-show
perché deve mandare in onda la pubblicità o si esprime con questa frase: “devo
fare fatturato perché altrimenti non mi pagano lo stipendio” o quella
intelligente trasmissione viene tolta dal palinsesto perché non produce
visualizzazioni gradite ai pubblicitari, perché avvengono? L’illuminato
scienziato non ne è al corrente?
Non siamo più liberi nello scegliere un prodotto da consumare. Le emozioni nell’assistere ad uno spot ci condizionano. Inutile pensare il contrario.
Adesso scopriamo che esiste la scienza del “neuromarketing”. Come ci piacciono le “parolone”;
pronunciandole ci rendono più “intellettuali”, “fichi”.
“Capacità di saper
attrarre e carpire l’interesse del consumatore, anche quello più disattento e
frettoloso, attraverso la “stimolazione” di alcuni recettori che sono allocati
nella corteccia cerebrale”.
“Diversi studi
sostengono che il consumatore impiega circa 7 secondi per decidere quale
prodotto acquistare, operazione estremamente complessa per i nostri recettori
neurologici che, di fronte ad uno scaffale con diversi prodotti, manifestano la
loro preferenza verso quelli che hanno più efficacemente comunicato la loro
sensorialità”. Parole di Giuseppe Butera amministratore delegato di
Auroflex che produce etichette.
Tornando al “nostro mondo del vino”, l’illuminato scienziato
non si è mai posto il perché nei concorsi, banchi d’assaggio, procediamo con
campioni resi anonimi all’esterno?
La risposta dell’Eretico a tutto questo: difendiamoci per quello che ci è permesso e cerchiamo di mantenere più a lungo possibile la “nostra libertà di scelta e giudizio”.
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