martedì 2 febbraio 2021

Difendiamoci finché possibile

 



Superata, nel 2020, la soglia delle 500 milioni di bottiglie di Prosecco Doc certificate nell’arco di un anno.


"Si tratta di un traguardo storico per il Prosecco Doc – commenta il presidente del Consorzio, Stefano Zanette – però non costituisce di certo un punto d’arrivo. Sono molte, infatti, le sfide che ancora ci attendono, a cominciare da quella che riguarda la segmentazione dell’offerta con una maggior caratterizzazione delle produzioni anche dal punto di vista organolettico sensoriale”

E questo la dice lunga sulla qualità, molte volte, “ballerina”. 




Attenzione, cominciamo a leggere nel senso giusto le comunicazioni. In questo caso stiamo parlando della D.O.C. e non della D.O.C.G. Impariamo a distinguere. È necessario visto dove siamo arrivati con il “fenomeno Prosecco”.




- D.O.C. si estende nelle intere regioni Veneto e Friuli-Venezia Giulia, da Trieste a Rovigo;




- D.O.G.C. solo a Conegliano Valdobbiadene e Asolo

Certo dal lato marketing al Consorzio D.O.C. ne indovinano una dietro l’altra. Basti pensare all’ormai dichiarato ed acclamato fenomeno Rosé, del tutto inventato dal nulla. 




E pensare che, al tempo della mia formazione, insegnavano che il “vino prosecco era a base di uve prosecco”, facendo passare una bugia al solo fine di una identificazione redditizia. Oggi “abiurata” per far posto al rosé.

Non c’è limiti alla creatività legata al marketing. Alcuni giorni fa un amico tedesco (il prosecco in Germania registra numeri da capogiro) mi ha chiesto lumi e spiegazioni sul “vitigno prosecco rosé”. Non ho riportato male la domanda: vitigno prosecco rosé. 

“L’onnipotenza dei messaggi pubblicitari”.

Amici del buon bere: difendiamoci finché possibile!


Urano Cupisti l'Eretico del Vino









Nessun commento:

Posta un commento