Vinitaly appena concluso e Vinexpo pronto a Maggio
È ora che Vinitaly e Vinexpo si alleino
per conquistare i
nuovi bevitori del mondo.
Il pensiero di Angelo Gaja
CAMBIAMENTI
Non è solo il clima a minacciare di cambiare. Vinexpo
Bordeaux è stata per lungo tempo la fiera internazionale del vino per
eccellenza. Nata nel 1981, con cadenza biennale, è via via cresciuta attirando
espositori e visitatori da tutto il mondo.
Anche troppi per una città che non
era abbastanza grande da accoglierli tutti e soffriva momenti di forte disagio.
Fu così che un numero crescente di produttori dell’area bordolese, in
concomitanza, si attrezzarono ad accogliere negli chateaux gli ospiti più qualificati
offrendo loro di partecipare agli eventi prestigiosi che venivano in essi
organizzati; innescando una competizione con le manifestazioni fieristiche che
non fu di beneficio alla qualità di Vinexpo Bordeaux e produsse disaffezione
negli espositori.
A gennaio 2020 per la prima volta nella capitale francese si
svolgerà Vinexpo Parigi, da tenersi ogni due anni in alternanza a Vinexpo
Bordeaux.
Se non sorgeranno intoppi sarà Parigi in futuro ad ospitare la più
prestigiosa fiera internazionale del vino che abbia luogo in Europa.
FIERE DEL VINO
Sarà invece sui mercati esteri dell’Asia e dell’Africa che i
vini europei dovranno procurarsi nuovi consumatori.
Assai più che attirarli a
casa nostra, diventerà importante saperli intercettare a casa loro.
Con questo obiettivo
già competono Vinexpo, Vinitaly, Prowein che grazie all’incentivo-droga dei
contributi stanziati dall’Ocm Vino organizzano eventi ripetitivi sul mercato
asiatico che mettono a dura prova le cantine esponendole alla minaccia di uno
spreco di risorse e di tempo.
Cambiamento augurabile: che Vinexpo e Vinitaly si
alleino, progettino un unico salone congiunto capace di accogliere e divenire
espressione di promozione del vino europeo sui mercati internazionali.
L’interesse è reciproco, i produttori ringrazierebbero.
Wine Advocate è la
prestigiosa rivista americana nata per iniziativa di Robert Parker. Qualche
anno fa venne acquistata da un imprenditore di Hong Kong che successivamente ne
cedette il 40% alla Guida Michelin.
Le voci che si rincorrono supporrebbero che
la Guida Michelin sia interessata a rilevare il restante 60%. Così oltre che
essere riconosciuta per le stelle assegnate alla ristorazione, diventerebbe
anche la guida ai vini più prestigiosi francesi e non soltanto. Un primato
strategico. (Angelo Gaja)
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