Avanti un altro!!!
Altra presa di
posizione contro Cotarella. Questa volta è l’Unione Italiana Vini.
Fare il vino quest’anno non sarà un gioco da ragazzi, ma alla fine
arriveremo primi”
E dai, forza, anche quest’anno ce la facciamo!
Vendemmia 2017, Uiv:
"Scarsa e complessa, ma Italia manterrà il primato di produzione"
Una vendemmia scarsa, mediamente in calo del 26,1% lungo i
filari di tutta la Penisola, e complessa nella gestione in cantina.
Quest'anno fare il vino non sarà
un gioco da ragazzi ma ''nonostante il calo produttivo, con previsioni di
raccolta poco al di sopra sopra i 40 milioni di ettolitri, l'Italia conferma il
primato produttivo mondiale del nostro Paese davanti a competitor del calibro
di Spagna (38,4 milioni) e Francia (37,2 milioni)''. E' il quadro della
campagna vinicola - elaborato da Unione Italiana Vini e Ismea per l '
Osservatorio del Vino, ed illustrato, presso la sede del Mipaaf, da Ernesto
Abbona, presidente di Unione Italiana Vini (Uiv).
''La flessione produttiva - ha
detto il neo presidente Uiv - ci sprona a lavorare con maggior decisione per
incrementare il valore del prodotto e delle nostre esportazioni. I primi mesi
del 2017 segnano un recupero del prezzo medio a litro che, però, ancora non
basta: dobbiamo cogliere il trend di ripresa di questi mesi (+6,4% in valore)
per migliorarlo ulteriormente, anche per rispondere in maniera adeguata al
generale aumento dei prezzi dei vini all'origine registrato nelle diverse aree
del paese, che aiuta a stabilizzare la sostenibilità economica di tutti gli
anelli della filiera . È chiaramente presto per fare proclami, ma mantenendo
questo ritmo di crescita a fine anno si potrebbe arrivare alla soglia dei 6
miliardi di euro per un volume superiori ai 21 milioni di ettolitri''.
"Dalle previsioni
vendemmiali di quest’anno, si delinea un quadro complesso ma eccezionale che
non consente ad oggi un bilancio definitivo e andrà valutato nelle opportune
sedi per la sua portata generale, anche con misure straordinarie - commenta il
viceministro Andrea Olivero. Il bicchiere è mezzo pieno, nonostante una
vendemmia scarsa, l’Italia mantiene il primato della produzione mondiale con 40
milioni di ettolitri. Oggi più che mai siamo consapevoli che i cambiamenti
climatici incidono in modo sempre più determinante sul settore agricolo e
vitivinicolo in particolare; di conseguenza l’innovazione e la cura
professionale dei vigneti consentono una maggiore competitività, assicurando
maggiori ricavi a tutti gli attori della filiera ed è in questa direzione che
dobbiamo continuare ad operare”.
“I dati sulle previsioni di
produzione del vino per il 2017 evidenziano un calo a livelli raramente
registrati in passato e un impatto sulla qualità del prodotto variabile a
seconda delle zone, per effetto delle avversità climatiche che hanno colpito il
nostro Paese. I numeri, però, vanno sempre inquadrati in un contesto più
generale - afferma Raffaele Borriello, direttore generale Ismea. Il vino
italiano da molti anni registra una performance positiva, soprattutto in
termini di riconoscibilità e affermazione sui mercati esteri: l’export italiano
ha raggiunto valori storici e anche quest’anno i dati indicano una crescita
tendenziale maggiore del 6% in volume e in valore, prefigurando la possibilità
di raggiungere la soglia dei sei miliardi di euro entro fine anno.
Il
rafforzamento del sistema produttivo e imprenditoriale degli ultimi anni
consentirà al comparto del vino italiano di reagire a quest’annata meno
favorevole. È necessario, tuttavia, non trascurare la portata degli effetti dei
cambiamenti climatici sui redditi degli agricoltori, proponendo anche per il
settore del vino sperimentazioni e strumenti innovativi per la gestione dei
rischi a tutela del ricavo aziendale”.
“Anche in queste condizioni che
non esito a definire estreme – aggiunge il presidente Abbona - l’Osservatorio
del Vino supportato da Unione Italiana Vini e Ismea, attraverso la messa a
sistema di una fitta rete territoriale di osservatori privilegiati del settore
e la valutazione critica e comparata delle indicazioni da essa proveniente, è
riuscito ad elaborare le prime considerazioni numeriche su questa annata
utilizzando una metodologia che fino ad oggi ha dimostrato affidabilità
assoluta.
Ancor più degli altri anni, queste stime devono essere considerate
come risultati medi di situazioni che hanno evidenziato margini di variabilità
molto ampi. La flessione produttiva, comunque, ci sprona a lavorare con maggior
decisione per incrementare il valore del prodotto e delle nostre esportazioni.
I primi mesi del 2017 - precisa Ernesto Abbona - segnano un recupero del prezzo
medio a litro che, però, ancora non basta: dobbiamo cogliere il trend di
ripresa di questi mesi per migliorarlo ulteriormente, anche per rispondere in
maniera adeguata al generale aumento dei prezzi dei vini all’origine registrato
nelle diverse aree del Paese, che aiuta a stabilizzare la sostenibilità
economica di tutti gli anelli della filiera. È chiaramente presto per fare
proclami, ma mantenendo questo ritmo di crescita a fine anno si potrebbe
superare la soglia dei 21 milioni di ettolitri”.
“A proposito di filiere –
conclude Abbona – desidero infine ricordare che questa vendemmia battezza il
“sistema Pinot Grigio delle Venezie” nato con la nuova denominazione del
triveneto. Un progetto fortemente voluto da Uiv che sta superando, bene, la sua
prima prova vendemmiale, vedendo crescere il prezzo medio del prodotto con
percentuali ben più alte della media nazionale. Conferma di quanto abbiamo
sempre sostenuto sulla necessità di filiere forti per il governo delle
denominazioni, e buon esempio (da seguire) di valorizzazione di un
vino-territorio. Perché è nella sfida del valore che si gioca il nostro
futuro”.
Fonte Cronache di
Gusto
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