La
vendemmia della Vernaccia di San Gimignano
inizia
sotto il sole di agosto
Lunedì
28 agosto per molti produttori (ma non per tutti, esposizione, suoli e
altimetrie continuano a fare la differenza) inizia la vendemmia della Vernaccia
di San Gimignano.
Cinquant'anni
fa sarebbe stata una notizia da prima pagina, oggi si merita si e no una
colonna in Cronaca. Perché a San Gimignano, come in Toscana, in Italia, in
Europa, nel Mondo, in questi cinquant'anni il clima è cambiato e certi fatti ad
esso collegati non fanno più notizia, rientrano nella norma, e che il periodo
di vendemmia dipenda dal clima è un dato di fatto.
La
Vernaccia di San Gimignano è stato il primo vino italiano ad ottenere la
denominazione nel 1966. Da quell'anno andamento climatico e data di inizio
vendemmia sono monitorati e conservati. Leggiamo negli annali: 1966, inizio
vendemmia terza decade di settembre, 1967, idem, 1968, seconda decade, 1969,
fine settembre, e così fino al 1974, quando si registrarono temperature molto
calde e siccità da giugno a settembre e una vendemmia anticipata ai primi del
mese. Lo stesso accadde nel 1975, ma dal '76 in poi fino agli anni 2000 la
norma per la Vernaccia di San Gimignano è la vendemmia nella seconda quindicina
del mese, in prevalenza nella terza decade.
Dal
2000 tutto cambia. Senza soffermarsi troppo sul 2003, l'estate più calda e
l'annata più siccitosa degli ultimi quattro secoli (a San Gimignano piovve solo
65 giorni su 365 e nel mese di agosto per ventitre giorni consecutivi la
temperatura superò i 35° con frequenti punte sopra i 40°), quando l'inizio
vendemmia fu il 7 settembre, la norma per i primi 17 anni del nuovo secolo è la
raccolta delle uve di Vernaccia entro la prima metà del mese, frequentemente
nella prima decade. Solo nel 2010 si è registrata una vendemmia 'tardiva' (solo
per il periodo!), iniziata il 18 settembre.
Nel
2011, altra annata calda e siccitosa, la raccolta delle uve Vernaccia di San
Gimignano iniziò il 31 agosto: ecco
spiegato perché la vendemmia 2017 a fine agosto non è più una notizia da prima
pagina.
Ripercorrendo
l'andamento climatico dell'anno e lo sviluppo vegetativo dei vigneti, vediamo
che dopo un inverno degno di questo nome per quanto riguarda le temperature
(particolarmente nel mese di gennaio, quando le medie sono state la metà di
quelle degli ultimi due anni) nel mese di marzo è esplosa la primavera con
caldo e tempo soleggiato. Quello che accomuna i primi tre mesi dell'anno (e
l'ultimo del 2016) è la scarsità delle piogge, caratteristica costante della
stagione fino all'inizio dell'estate, quando la scarsità è diventata assenza
quasi totale di precipitazioni per lunghi periodi.
La
cacciata dei germogli si è verificata con almeno quindici giorni di anticipo
nell'ultima decade di marzo e il tempo è rimasto invariato per tutta la prima
metà di aprile, fino al 19, quando si è verificato un brusco abbassamento delle
temperature, che sono arrivate a -1° la mattina del 19 e a +1° nei due giorni
successivi. Le gelate hanno colpito a macchia di leopardo e in modo più deciso
nei fondo valle, causando danni significativi ai vigneti già germogliati da
oltre venti giorni, con perdite di prodotto che nei casi peggiori sono arrivati
al 30-40%. Le temperature poi si sono mantenute basse al di sotto della media
fino alla fine del mese, tanto da comportare il blocco dello sviluppo
vegetativo dei vigneti.
Nella
prima decade di maggio le temperature hanno gradualmente iniziato a rialzarsi,
aumento proseguito nella seconda e terza decade del mese, quando è ripreso lo
sviluppo vegetativo che lentamente è rientrato nella norma: le piante colpite
dalle gelate hanno ributtato i germogli
dalle sottogemme, che però in seguito hanno prodotto meno infiorescenze
rispetto a quanto avrebbero fatto i germogli originari, fatto che spiega la minore
quantità di uve sulle piante rispetto al 2016. .
Giugno
inizia e prosegue con temperature sempre
più calde e assenza di pioggia a causa della presenza dell’anticiclone
nord-africano. La fioritura è avvenuta nella prima decade, quindi nella norma
rispetto alla media: l’anticipo registrato per la cacciata dei germogli è
completamente rientrato a seguito del freddo tardivo della fine di aprile.
Rispetto
alla fioritura, scarsa a causa delle gelate di fine aprile, l'allegagione è
stata buona e nella norma. I temporali di fine giugno hanno giovato allo
sviluppo dei grappoli mitigando la calura e rimpinguando le risorse idriche, ma
dai primi di luglio le temperature hanno iniziato a rialzarsi, restando elevate
anche se pressoché nella media per tutto il mese. Sporadici i temporali, che
non hanno mai interessato l'area per più di un giorno.
L’invaiatura
è iniziata circa a metà luglio, in particolare per le uve rosse, compreso il
Sangiovese, ed è proseguita sino a fine mese con lentezza e disomogeneità.
Il
mese di agosto non porta novità: assenza di pioggia (a parte un temporale il
10), caldo, anche con picchi intensi,
afa, sono la costante.
Si
giunge così alla vendemmia: le uve di Vernaccia di San Gimignano sono sane, ma
come abbiamo visto in quantità inferiore. E data la siccità, è facile prevedere
che anche la resa uva/vino sarà inferiore alla norma. Il primo dato certo
quindi è che la quantità di vino Vernaccia di San Gimignano prodotto nel 2017
risulterà al di sotto della media. Ma su come sarà, aspettiamo il mese di
febbraio, l'Anteprima 2018, per dirlo!
Ufficio Stampa Consorzio Denominazione
San Gimignano
Elisabetta Borgonovi
borgonovi@vernaccia.it – cell. 338 9894681
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