domenica 6 dicembre 2020

Pensierino del mattino. La penso così.

 




A proposito di bolle, bollicine, effervescenza naturale, perlage. Riportate in ordine decrescente nei valori del termine.


Perlage finissimo

La definizione dell’anidride carbonica negli spumanti viene ricordata con diversi nomi. In Italia il più diffuso è “bollicina” che personalmente detesto, anzi aborro (spiegazione più volte riportata). 

Accettabile l’effervescenza naturale, perché lo è di fatto, incontestabile, inconfutabile. 

Perlage è la definizione mia prediletta. È un termine francese che tradotto nel ristretto significato degli champagne significa effervescenza.


Filo di perle


Verso la fine del XIX secolo un famoso marchio francese di champagne, per dare slancio alle vendite, affidò ad un gruppo di artisti pubblicitari il compito di progettare una campagna innovativa. 

Questi professionisti introdussero nel linguaggio vinicolo alcune nuove parole, considerate particolarmente attraenti per il pubblico. Tra queste: "perlage". 

Decisamente affascinante e capace comunque di ricordare la forma e la brillantezza della perla. Termine elegante ed allettante ed ancora oggi, a livello mondiale, conserva fascino e predominio.

Nella corsa ad essere più moderni “per forza”, anticonformisti, descrittori di percezioni “off limits”, lasciando la strada del corretto modo d’espressione, i  pubblicitari di oggi (poco professionisti e "ignoranti" in materia n.d.r.) propongono alle aziende produttrici termini come “bolle”, dimenticando il vero significato del termine.  


le uniche bolle che tollero: quelle di sapone.

Ed allora registriamo dichiarazioni, da parte dei più intellettuali conoscitori di spumanti e champagne,  come:”stasera mi faccio una bolla”, magari aprendo una bottiglia di Krug  Clos d’Ambonnay 2002 o 1996. Da patibolo sulla pubblica piazza.


Questo Krug Clos d'Ambonnay 2002 lo chiamereste mai "bolla"'


Ma l’euforia del modernismo a tutti i costi l’ho registrato proprio in questi giorni quando una agenzia di comunicazione mi ha proposto di parlare di uno spumante chiamato in etichetta “Bolla di."(non riporto il nome per la dovuta correttezza che mi ha sempre contraddistinto).

Mai lo farò, nemmeno sotto tortura.

Domanda: su di uno scaffale pieno di Spumanti e Champagne comprereste mai una bottiglia “Bolla di…”? In azienda dovrebbero riflettere.


L'Eretico del Vino








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