lunedì 15 giugno 2020

Toscana in vendita. Il grido di allarme del Consorzio Chianti





“Agricoltori abituati ai sacrifici, ma così impossibile andare avanti”.

Toscana in vendita

Non rientro tra coloro che amano diffondere notizie catastrofistiche per il gusto di dire “va tutto male, è tutto da rifare”. Ma è anche vero che, se non arrivano gli “aiuti promessi”, il grido di allarme di Giovanni Busi, Presidente Consorzio Vino Chianti,  è preoccupante.

Da un po’ di tempo si parla di mafia, camorra, ‘ndrangheta pronta a sostituirsi allo Stato.
Un Presidente di un Consorzio leader del vino made in Italy che apre l’assemblea annuale dei consorziati dicendo: “Il tempo è finito, non c'è più possibilità di andare avanti”, non è catastrofismo, è constatazione della realtà contingente, di tutti i giorni.

Ecco, di seguito, i passi salienti del suo intervento.

“Se continuiamo così fra pochi mesi il 40% della Toscana sarà in vendita.  Siamo rimasti soli. Nonostante gli annunci del Governo le nostre aziende stanno cercando di superare questa crisi senza precedenti facendo affidamento esclusivamente sulle proprie forze. Noi imprenditori agricoli siamo abituati alla sofferenze e ai sacrifici: ogni anno la nostra produzione dipende dalle condizioni climatiche che nel giro di qualche giorno, senza preavviso, possono compromettere le nostre colture e la stabilità dell'azienda. In un momento come questo però non ci aspettavamo che la distanza fra i problemi delle imprese e le Istituzioni fosse così abissale”.

“Se si continua così, senza alcun sostegno, nei prossimi mesi il 40% della Toscana sarà in vendita. Le aziende chiuderanno e diventerà il più grande boomerang mai visto prima dal punto di vista patrimoniale. E questo coinvolgerà tutti. Chiuderanno aziende grandi e piccole, blasonate o meno. Ci rimetterà tutta la regione senza alcuna possibilità di tornare indietro.”

 “Non sappiamo ancora quando potremo ripartire con la nostra attività promozionale , un capitolo fondamentale per l'export che fino ad oggi rappresentava il 70% del nostro mercato. E' evidente che se non dovessero ripartire in Europa e nel mondo i grandi eventi legati al mondo del vino, rischiamo di veder compromesse le nostre vendite, già duramente colpite dalla chiusura del canale Ho.re.ca in questi mesi.”

“E' arrivato il momento  di mobilitare tutto il mondo del vino toscano per farci ascoltare. In questa fase non possiamo permetterci il lusso di restare ancorati ai soliti campanili. Per la Toscana il mondo del vino rappresenta una componente imprescindibile per il rilancio dell'economia regionale.”

Riflettere e meditare. Meditare e riflettere poi passare all’azione concretamente. Per il bene di tutto il nostro VINO.

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