Esperienza italo-francese a Bolgheri
L’ENOLOGO CONSULENTE DERENONCOURT A CAMPO ALLA SUGHERA
Conferire ai vini un’identità
unica ed esaltarne le caratteristiche distintive, questa la missione intrapresa
da Stéphane Derenoncourt a Campo alla Sughera - Bolgheri. Con l’obiettivo di
produrre uno dei più conosciuti e ricercati Bolgheri Rosso Superiore DOC, la
giovane “Boutique Winery” si è affidata dall’inizio dell’anno alle mani esperte
dell’enologo francese di fama mondiale e a quelle del suo compagno di squadra
toscano Davide Picci. La collaborazione ha lo scopo di conferire ancora più
eleganza e finezza al mediterraneo Bolgheri.
Signor Derenoncourt, come è stata
quest’ultima annata “toscana” per Campo alla Sughera?
All'inizio dell'anno abbiamo
esaminato la filosofia aziendale con la proprietà e definito gli obiettivi di
produzione. Si tratta di un progetto entusiasmante che ci dà libertà creativa e
condizioni ottimali. La questione dello stile e del posizionamento dei vini è
stata rapidamente risolta. In realtà, la natura lo ha fatto per noi. Qui i
suoli sono di origine alluvionale, leggeri e caratterizzati da strati sabbiosi
che incontrano in profondità una base argillosa. Queste caratteristiche
naturali dei suoli si ritrovano anche nei vini di Campo alla Sughera: vini di
grande finezza e persistenza. Meno carichi e concentrati ma più complessi, vini
molto moderni. I vini pesanti e di grande corpo sono ormai superati, la
tendenza va verso vini discreti, eleganti e puliti.
Cosa distingue Campo alla Sughera
dai suoi vicini?
Le differenze sono molteplici:
oltre ai terreni leggeri, c’è la dimensione umana di un’azienda a conduzione
familiare che rende Campo alla Sughera una “Boutique Winery”. Inoltre abbiamo a
che fare con una realtà relativamente giovane dove i vigneti hanno appena
superato l’adolescenza. Sono stati cresciuti bene, con grande motivazione e
passione e ora sono pronti per raggiungere gli obiettivi prefissati. Ma ciò che
mi colpisce maggiormente è che lo “spirito del viticoltore” è vissuto da tutta
la squadra. Un team altamente motivato e multiculturale che ha un approccio
globale al lavoro e in cui i membri condividono quotidianamente le esperienze
in vigna e in cantina.
Potrebbe raccontarci qualcosa del
lavoro in vigna: passato, presente e futuro?
Il 95 percento di un buon vino
dipende dalla qualità delle uve, il nostro lavoro in vigneto è dunque molto
complesso e rende necessario svolgere una grande varietà di compiti:
dall'analisi del suolo e delle misure per aumentare la profondità delle radici,
alla formazione del team che pota le viti. La situazione che abbiamo trovato
offre le condizioni ideali per la nostra visione: un'alta densità d’impianto
(9.500 ceppi per ettaro) combinata con una bassa altezza delle viti, in linea
con il metodo "médocaine" utilizzato negli chateaux della regione di
Bordeaux. Questo metodo per una realtà come Campo alla Sughera ha un grande
potenziale, nonostante il lavoro necessario nel vigneto sia impegnativo in
termini di costi e manodopera poiché coinvolge molte attività manuali e l’uso
di attrezzature specifiche. La vendemmia è un lavoro certosino, e avviene come
da tradizione con la raccolta di pochi grappoli per vite. Dividiamo gli
appezzamenti in settori, raccogliamo le uve seguendo la perfetta maturazione
fenolica ed eseguiamo sempre la vinificazione separatamente in piccoli
serbatoi. Ne risultano alla fine un’incredibile complessità e raffinatezza.
Come vede la situazione in
cantina? Com’è il lavoro oggi e come si svolgerà in futuro?
Anche in cantina lavoriamo in
armonia con la natura e nel rispetto delle leggi naturali. Già vent’anni fa è
stato implementato un sistema a gravità: la cantina profonda offre condizioni
climatiche ideali con temperature basse costanti e umidità naturale, senza
rendere necessario il controllo della temperatura. La vinificazione è lenta e
senza vincoli di tempo. Per limitare l’estrazione, il mosto viene movimentato
molto poco. Il nostro obiettivo è quello di preservare la freschezza dell’uva
raccolta, non vogliamo aromi maturi e pesanti. La maturazione delle uve è
influenzata dal clima caldo e secco, utilizziamo anche una leggera tostatura
per i vini rossi e preferiamo l’utilizzo di botti grandi, Tonneau, alle
classiche barriques.
Cosa ci riserverà il 2018, l’anno
dell’anniversario di Campo alla Sughera?
Abbiamo già preparato le prime
Cuvées, dove Cabernet Franc, Merlot e Petit Verdot giocano ruoli chiave, ma in
una composizione diversa. Per il ventennale della cantina verrà lanciata
un’edizione speciale, ma questo è tutto quello che possiamo rivelare al
momento.
Fonte, intervista e testo:
Ufficio
stampa
Campo alla Sughera
daviso pr
agency
Piazza
Domenicani 35, 39100 Bolzano
Tel. +390471
050806
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