giovedì 16 novembre 2017

Vinovagando nella champagne

Sfogliando il mio Moleskine...



Ricordi, impressioni, dall’ultimo viaggio
“Vinovagando nella Champagne”.


Percorriamo al mattino la N51 (Route National) da Reims verso Sud. Ottobre è tempo di nebbie . Ne usciamo salendo la Montagne de Reims. Il “village fleuri” di Montchenot ne è la porta ovest. Terminati i tre tornanti inziamo ad attraversare la foresta dove si nascondono i “Faux” di Verzy, faggi  particolarmente inquietanti e contorti, che si credeva fossero dimora di streghe e demoni. 



Improvvisamente, superato Champillon la meravigliosa visione della Marne e della Coteaux-Sud d’Èpernay con l’omonima città. 



Siamo nei pressi di Hautvillers, il paesino famoso per la sua Abbazia dove, all’interno, si trova la tomba di Dom Perignon. 
Ma il nostro obbiettivo, quel giorno, è altro. Attraversiamo la Marne, superiamo Èpernay e puntiamo dritti su Montmort-Lucy. I vigneti della Côte des Blancs sulla sinistra diventano curiosi spettatori del nostro passaggio  e i seminativi sulla destra un caleidoscopio di colori. Continui saliscendi fino ad arrivare nella Vallée du Petit Morin, l’affluente della Marne nostra destinazione.  
Nella sua parte torrentizia, verso Talus-Saint-Prix, racchiude,come in uno scrigno, i terreni vocati a Pinot Meunier e Chardonnay. Ci attende la gentile Clemence, moglie di Cyril Jeaunaux, pionieri della conduzione biologica e biodinamica, con  champagne emozionali che raccontano la loro storia attraverso la comunicazione sensoriale.



Ancora nebbia al mattino pronta ad accompagnarci verso la Montagne de Reims. Questa volta andiamo a rendere omaggio all’Abbé Dom Pierre Pérignon  nell’Abbazia di Hautvillers (Villaggio Alto). 
Una semplice lapide nera posta in terra di fronte all’altare centrale “pare che” celi i resti mortali del famoso Abate chiamato dai confratelli  Dom Pié. 
Qui è nato lo champagne e questo borgo di circa 800 anime ne rappresenta il “centro di tutto”. Accesa la “candelina” affinchè il “nostro santo” (anche se non esiste la sua canonizzazione) protegga “Le Berceau du Champagne”  (la Culla dello Champagne), percorriamo l’Avenue Chandon per uscire dal paese. 



Subito dopo obbligatoria una breve sosta in uno slargo lungo lo Chemin du Moulin  dove ammirare “l’Oceano dei Vigneti” così chiamato da un altro Abate, Dom Almane. “Sulle sue colline, ampiamente diffuse, un oceano di viti il cui succo farà scintillare i calici  con le loro perle e ai suoi piedi il maestoso fiume Marne impreziosisce il luogo”.




Si prosegue sulla D3 lungo la Marne e sembra di correre alla velocità delle sue acque fino a Troissy. Passato il paesino incrociamo la D980, passiamo il fiume e ci dirigiamo verso Nord alla volta di Passy-Grigny, nel cuore della “valle del Mugnaio”, la vallée de la Marne quella vocata al Pinot Meunier (il Pinot del mugnaio) chiamato così perché  la parte inferiore della foglia, il raspo e gli acini sono ricoperti da un sottile strato di cera bianca (pruina). Il tutto sembra stato infarinato. “Chi va al mulino si infarina”. 



Al centro del paese la C.M. (Coopérative de Manipulation) Dom Caudron  che, raccogliendo il variegato mondo dei piccoli produttori, svolge il ruolo insostituibile nella filiera riducendo i costi di produzione. È la nostra meta, dove il Meunier viene declinato nelle diverse versioni: l’eccellenza del fruttato e della morbidezza, parte integrante di quel liquido seducente chiamato Champagne.  







     

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