Da: Flipnews.org Pianeta Urano Frammenti Cosmici n. 56
La riflessione d’inizio anno!
Come volevasi dimostrare
Il 2017 è nato
“vecchio”.
Archiviata la vendemmia e conclusi i brindisi di fine anno ecco
puntuale l’annuncio “a reti unificate”: il vino italiano conquista anche nel
2016 la leadership mondiale nella produzione con circa 50 milioni di ettolitri
e aumenta del 3% il valore dell’export che raggiunge il massimo storico di sempre
a 5,2 miliardi (stima Coldiretti).
Ce ne dobbiamo rallegrare?
Poi alcune
dichiarazioni dell’Assoenologi e articoli comparsi sui siti più accreditati ci
portano ahimè a ridimensionare il fenomeno.
“Il primato produttivo davanti alla Francia è dovuto alla crescita in
Veneto che si conferma la principale Regione produttrice davanti a Emilia
Romagna. In Puglia, da sempre ai primi posti, si registrano perdite in parte
limitate da incrementi in particolari produzioni di nicchia”.
Vediamo il
Veneto ed Emila Romagna.
Accanto a prodotti come Prosecco e Lambrusco (i più
venduti e bevuti all’estero), portano in alto la produzione generale i
cosiddetti Vini in Pet o Brick, fate voi.
Quelli dal marketing azzeccato: auguri
alla dottoressa…per noi, per voi.
Il fenomeno Puglia è dato dalla
consapevolezza di avere vitigni importanti e dedicarsi più alla qualità che alla
quantità.
Infine l’Assoenologi che, per bocca del suo Presidente Dr. Cotarella,
ricorda il gap esistente in termini di fatturato tra noi e i cugini francesi.
Quest’ultimi con meno produzione incassano
di più (che poi è quello che conta!).
Infine la deduzione registrata dai pensieri
scritti apparsi sui siti maggiormente seguiti e letti. “La maggior parte degli addetti ai lavori ha
come unico riferimento vitivinicolo la Francia”.
Una sudditanza psicologica che ci rende sudditi.
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