mercoledì 7 dicembre 2016

Una bottiglia racconta: Barolo 1980





La Storia raccontata da una bottiglia “dimenticata”.
Di un Barolo del 1980, recuperato dall’amico Alessandro e stappato durante il Banco d’Assaggio “vecchie annate”.
Esempio concreto di quelli che saranno i prossimi appuntamenti, nel 2017, di “le bottiglie raccontano”.
Perché ogni bottiglia ha la sua storia, il suo percorso, racchiude in se “l’anima del vino” che vuol rappresentare.

E così è stato ieri sera durante il Banco d’Assaggio: Vecchie Annate. Bottiglia non prevista ma quanto mai risultata la “regina” degli assaggi.

Sicuramente maltrattata durante la sua vita con i segni evidenti riportati nell’etichetta. Chissà dove è stata tenuta. Al caldo, al freddo, in orizzontale, in verticale. Spostata continuamente di luogo. Pare che parte della sua vita l’abbia trascorsa nelle cabina di un autotrasportatore, dimenticata in un vano porta oggetti. Poi l’attenzione di Alessandro, il suo recupero, l’indecisione di aprirla o tenerla. Fino a ieri sera.

Marchesi di Barolo, già Opera Pia.
Fantastico, affascinante, da aprire per capire.

Il tappo non tradisce. Esce quasi intatto. Solo una piccola parte si stacca.
È sceso lentamente nel bevante mostrando il suo manto colorato di un “vecchio nobile” con le sfumature dal granato intenso al mattone scuro. Ha danzato nel calice mostrando ancora virilità lasciando tracce di morbidezze caratterizzate da una ancora discreta lacrimazione. Al naso intensità finissima con i secondari fruttati che hanno lasciato il ruolo d’importanza olfattiva agli speziati e alle dolcezze vanigliate. Nessuna ossidazione in corso. Strabiliante.
Al palato equilibrio ancora presente con la trama tannica impostata sui “gallici” e i “ellagici” che ci portano all’affinamento tradizionale, per queste vendemmie, effettuato in grandi botti di quercia ancorchè di acacia.

Finale “stanco” a ricordare i suoi 36 anni di vita vissuta “non da Barolo”.



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