Il terroir ha vinto ancora contro i proclami dei falsi profeti.
ovvero: prima di parlare azionare il cervello!
Le Grandi verità o meglio le
Assolute verità nel mondo del Vino non esistono. Il terroir domina le
evoluzioni e ci consegna le differenze. Mai dare una cosa per scontata.
Quante volte abbiamo sentito il
ripetersi della cantilena “la vendemmia 2014 è stata una pessima vendemmia”.
Dalle Alpi a Pantelleria: un disastro. Affermato in primis dai Soloni del Vino
e tutti gli altri dietro come “pitorini”(termine toscano ad indicare i pulcini
che seguono la madre chioccia).
Poi assaggi vini alla cieca,
vendemmia 2014, che ti portano ad esprimere giudizi eccellenti e capisci di non
fidarti mai del giudizio degli altri.
Mi è capitato nell’assaggiare un
Gavi Cru dell’Azienda La Raia: Gavi Pisé 2014. 20 mesi sui lieviti.
Pensate l’Azienda ha diramato un
comunicato che recita così: Saltata
l’annata 2013 perché le uve, causa la forte siccità, non erano all’altezza di
questo cru, è disponibile l’annata 2014 del nostro vino biodinamico Gavi DOCG
Pisé. Vi presentiamo un Cortese assoluto, con una permanenza sui lieviti di 20
anziché 12 mesi, che lo rende longevo, con una sorprendente capacità evolutiva
nel bicchiere e una variazione di aromi durante la degustazione che colpisce,
da anni, critici e appassionati. Un vino che ci rende orgogliosi e che ha
saputo reinventare lo spirito del Gavi, uno tra i più ricercati vini bianchi
piemontesi, ampliandone i seguaci.
Scopriamolo insieme a partire dai
terreni. (fonte descrittiva Azienda La Raia)
Il vigneto La Cascinetta, tra i più antichi de La Raia, con oltre 70
anni, si trova a circa 400 metri sul mare su un promontorio esposto a sud,
sud-ovest particolarmente vocato alla coltivazione del vitigno autoctono
Cortese. Il suolo, ben drenato, sabbioso e sciolto, limita la vigoria
vegetativa, la produzione per pianta e consente di ottenere uva di
straordinaria qualità. In linea con i princìpi biodinamici, i vigneti vengono
trattati solo con moderate dosi di zolfo e rame. La cura del suolo, finalizzata
al miglior equilibrio microbiologico e nutrizionale, garantisce al terreno una
fertilità profonda.
L’uva e la vinificazione
L’uva si è presentata con un buon corredo aromatico, un’importante
dotazione in zuccheri e acidità, condizioni necessarie per produrre un grande
vino bianco di notevole piacevolezza.
Prima di essere sottoposti a pressatura soffice, i grappoli sono stati
selezionati sulla pianta e raccolti a mano dopo la seconda metà di Settembre.
La decantazione statica del mosto, senza additivi enologici, è avvenuta a bassa
temperatura. Il misurato contatto con l’ossigeno e l’attenzione ai passaggi di
trasformazione esaltano le caratteristiche originali del vitigno e del
territorio. Dopo la permanenza sui lieviti e l’affinamento per 20 mesi in
vasche di acciaio inossidabile, il vino è stato stabilizzato a freddo prima
dell’imbottigliamento. La permanenza prolungata sui lieviti rende questo vino
longevo, capace di evolvere dopo la stappatura e ancora nel bicchiere.
Caratteristiche organolettiche
COLORE: brillante giallo
paglierino scarico,con lievi riflessi verdognoli.
OLFATTO: ampio, intenso, si
avvertono sentori complessi, note floreali accompagnate da sensazioni di frutta
matura, pera e miele.
GUSTO: molto ricco, caldo e
armonico, con un’acidità moderata, ma presente, giustamente sapido, con finale
persistente e caldo.
GRADAZIONE ALCOLICA: 12,5%
Si conserva per 8/10 anni
Chapeau e tutti
zitti!
Il terroir ha vinto
ancora contro i proclami dei falsi profeti.
(fonte ricerche e collaborazione
nella descrizione: Azienda La Raia)
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