E noi, wine lovers ed addetti ai lavori, continueremo ad
insultarci e prendere posizioni a volte
estreme dopo le pubblicazioni di classifiche mondiali dei “migliori vini”.
Non
abbiamo una pallida idea di quello che c’è dietro a queste classifiche e la montagna
di denaro che circola.
Ci “scanniamo” sull’olfattivo, gustativo, croccante,
minerale, monocorde, tentazione muscolare di questo o quel vino e poi leggiamo
che La Guida Michelin ha acquisito l'intera
società di Wine Advocate, il punto di riferimento mondiale nel settore,
l’impero cartaceo e digitale fondato da Robert Parker nel 1978.
Parker ormai fuori da qualche tempo, era rimasto solo come
socio di minoranza, dopo aver ceduto la società a Soo Hoo Khoon Peng, ex
direttore di una società di Singapore, l’Hermitage Wine Company. Adesso è fuori
del tutto. Il prezzo dell'operazione della Michelin, ovviamente è top secret.
La Guida Michelin “riafferma la proficua collaborazione
avviata nel 2017. La piena integrazione garantirà le sinergie a lungo termine
tra enologia e gastronomia attraverso la ricerca di esperienze basate
sull’abbinamento di cibo e vino, nonché la creazione di nuovi contenuti e
servizi digitali".
È chiaro il concetto?
Leggete quanto affermato da Nicolas Achard, Amministratore Delegato del
nuovo gruppo: “ Alle persone curiose di vino e gastronomia verrà offerto un insieme
unico di esperienze dal know-how riconosciuto a livello internazionale e da
selezioni indipendenti e imparziali di entrambe le società. L’idea è sviluppare
un ecosistema digitale che unisca gastronomia e vino fornendo esperienze
esclusive".
Non vi fate ingannare dalle parole. Il significato è:”
Influenzeremo il mercato delle vendite da leader incontrastati”. Bel colpo!
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