Il Vino Naturale non esiste. Parola di Eretico. Ma…come
sempre comunico anche il “pensiero” di altri.
Ma i vini naturali sono buoni o no?
La mossa di Angiolino
Maule per spazzare via i dubbi
Una dozzina di giornalisti italiani e stranieri assaggeranno
circa duecento vini prodotti da vignaioli aderenti a Vinnatur. I critici
daranno voti e commenteranno le etichette.
"Basta con i produttori che
esaltano i propri vini, possiamo fare di meglio e dobbiamo imparare a farci
giudicare"
Non è un'anteprima. Di quelle a cui sono invitati tanti giornalisti
che poi scrivono (ma non sempre) e commentano i loro assaggi. La maggior parte
sempre positivi.
È qualcosa di più. Quasi un processo che parte
dall'autocritica di chi vuol dare la sveglia a un mondo - quello del vino - che
risulta decisamente troppo autoreferenziale. Malattia da cui non è immune
neanche chi fa vino naturale, categoria, è meglio precisare, che non esiste per
legge, ma che comunque è in voga per un po' di consumatori e per chi produce
bianchi e rossi con pochissime interferenze in vigna e in cantina e con un fare
il più possibile sostenibile.
Angiolino Maule, fondatore di VinNatur, si è stancato di
sentire tra i suoi soci (sono circa duecento) che i propri vini sono i più
buoni del mondo o qualcosa di simile. Anche perché qualche volta certi vini
manifestano difetti e imperfezioni che li rendono obiettivamente lontani
dall'idea di eccellenza professata dagli stessi produttori. Anche se si li
dichiara "naturali". Ed allora Maule cosa si inventa?
Due giorni di
assaggi alla cieca da affidare a una dozzina di critici che arriveranno a
Lonigo, in provincia di Vicenza, a metà giugno.
Sfileranno circa duecento
bottiglie con etichetta coperta inviate da un centinaio di vignaioli aderenti a
VinNatur, tutte da assaggiare. E ognuno dei critici tirerà fuori i suoi voti e
i suoi commenti che potrà anche pubblicare sulle proprie testate o sui propri
blog. Senza tralasciare le bevute imperdibili e le bevute da dimenticare.
"Un'occasione di confronto e di stimolo importante per tutti", dice
Emma Bentley che per Vinnatur sta curando l'organizzazione di questa grande
degustazione e dei momenti di discussione che ne scaturirà.
Qualcuno potrà dire che i consorzi da nord a sud fanno
qualcosa del genere. Di anteprime l'Italia del vino ne è piena. Qui sarà un po'
diverso. Non è in gioco un'annata o un territorio. Semmai ai raggi X andrà un
modo di intendere il vino e di proporlo. Che è una cosa più complessa e anche
più rischiosa. Sia per i vignaioli che per gli stessi giornalisti e blogger che
hanno detto sì.
Il parterre di chi assaggerà è di tutto rispetto. Tra gli
altri, si va da Pierre Citerne di Revue du Vin a Simon Woolf di The Morning
Claret, da Jean Dusaussoy di Terre des Vins ad Aaron Ayscough, collaboratore
del Financial Times ed autore di varie pubblicazioni sul vino. Ed ancora, il
critico danese Søren Frank e la blogger americana Cathrine Todd. Per passare a
giornalisti o blogger italiani come Angelo Peretti e Jacopo Cossater assieme a
Franco Giacosa, enologo e grande palato, naturalista tenace e appassionato con
un passato da tecnico alla Duca di Salaparuta e alla Zonin, oggi uno degli
ispiratori di molte scelte di Maule. Il quale da tempo ci ha abituati al suo
rigore in fatto di controlli sui pesticidi e sui protocolli di produzione.
Alcune cantine, per esempio - da nord a sud Italia - sono uscite da VinNatur o
perché non in regola con i limiti sui pesticidi o per altre scelte aziendali.
Ma questa volta l'attenzione del vignaiolo di Gambellara si sta spostando sugli
aspetti più legati alla piacevolezza e alla capacità di fare buoni vini.
Perché
come dice Emma Bentley non basta che il vino sia "naturale" e dalla
grande bevibilità. Deve essere anche buono e senza difetti. E migliorare è
possibile.
Vedremo cosa accadrà a Lonigo.
Fonte e Testo:
Cronache di Gusto
Nessun commento:
Posta un commento