I Concorsi sono utili?
Facendo parte, come degustatore, di alcuni di essi la mia risposta è NI.
O meglio. Organizzati in modo professionale sicuramente SI.
Organizzati alla benemeglio decisamente NO.
Di Daniele Cernilli
Concorsi organizzati da strutture
serie e competenti offrono l’occasione a degustatori professionisti provenienti
da tutto il mondo di assaggiare alla cieca e giudicare vini senza pregiudizi.
La mia personalissima risposta è
che sì, i concorsi enologici nella maggior parte dei casi, e se organizzati in
modo professionale, possono essere molto utili. Poi partecipo materialmente ad
alcuni di essi e posso testimoniarlo direttamente.
Nella fattispecie ho fatto parte
per l’ottavo anno di seguito del Decanter World Wine Award (DWWA) a Londra,
dove dal 30 aprile al 4 maggio ho potuto assaggiare più di trecento campioni di
vini italiani, in commissione con alcuni fra i migliori degustatori italiani e
inglesi, come Richard Baudains, Jane Hunt, Michael Garner, Alessandro Torcoli,
Alessandra Piubello, e con vere icone del giornalismo enologico britannico come
Andrew Jefford e Steven Spurrier a supervisionare il tutto. I risultati, i
premi assegnati, inoltre, hanno un ottimo impatto sul pubblico degli
appassionati, che in Gran Bretagna è molto attento a certe cose, ritenendo, a
ragione, che sia il frutto autentico dei giudizi di persone esperte, senza
dietrologie di sorta.
Poi mi è capitato di fare il
presidente di giuria nella commissione del premio di Vitigno Italia, a Napoli e
all’inizio di luglio sarò con Luca Gardini agli assaggi del BIWA (Best Italian
Wine Award). Egoisticamente ho la possibilità di fare molti assaggi “alla
cieca”, organizzati da strutture terze, e di confrontare i miei giudizi con
quelli di persone competenti, senza richiedere personalmente campioni ai
produttori, cosa che ritengo molto positiva e rispettosa nei loro confronti.
Ogni tanto vengo a sapere di
richieste di vere forniture di bottiglie (anche più di sei per etichetta) “per
assaggi” da parte di qualcuno, blogger, guidaiolo, giornalista di settore, e
trovo che siano, a dirla con delicatezza, delle cadute di stile poco o per
nulla condivisibili. Non voglio neanche immaginare che fine facciano i campioni
non utilizzati per le degustazioni. Anche noi talvolta richiediamo campioni o
accettiamo che ce ne mandino, mai più di una sola bottiglia per tipologia e mai
più di tre o quattro vini al massimo, però, e solo se proprio non possiamo
farne a meno. Per il resto assaggiamo proprio nell’ambito di concorsi come
quelli che ho citato o in manifestazioni organizzate da consorzi o nelle fiere
come il Vinitaly. Quindi che il sottoscritto faccia parte di alcune
commissioni, o che, ad esempio, Fabio Casamassima, nostro collaboratore, sia
andato come giudice in Cina al Concours Mondial de Bruxelles, è cosa utilissima
e anche prestigiosa.
Detto questo è chiaro che tutti i
giudizi sono tendenziali e mai assoluti, che ci siano molti punti di vista e
anche molti stili di assaggio. Ma tra persone preparate e competenti, come
diceva Paolo Conte, eventualmente “si sbaglia da professionisti” e devo dire
che non mi è mai capitato di avere pareri molto distanti dagli altri membri
della commissione, in nessuno di quei concorsi.
In più è molto difficile che i
grandi nomi della vitienologia italiana e mondiale accettino di mettersi in
discussione in manifestazioni del genere, che sono più adatte a chi voglia
farsi conoscere meglio, a produttori non troppo conosciuti, perciò, ma che
offrono anche un’occasione per far scoprire novità o per valorizzare nuove
zone.
A Londra quest’anno i Lugana sono
andati molto bene, ad esempio, e se quei vini sono abbastanza conosciuti e “di
moda” da noi, all’estero la cosa è molto meno vera. La stessa cosa si potrebbe
dire per molte zone del Sud, con vini che progrediscono qualitativamente anno
dopo anno. Sono tutte considerazioni che mi permetto di fare perché soprattutto
in Italia c’è spesso un atteggiamento ambiguo e scettico su manifestazioni di
questo genere, che invece, nella maggior parte dei casi, rappresentano un modo
piuttosto efficace per attingere a informazioni indipendenti e a pareri
espressi da persone esperte, punto e basta.
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