LO SCHOK LAGO-MARE
Una serata istruttiva, interessante e piacevole quella
trascorsa ieri presso l’enoteca interna del Ristorante l’Oca. Un tour di “perlage”
diverso, meno convenzionale, attraverso otto regioni d’Italia. Sacrifici di
diversi terroir osservati e degustati da un ottica del tutto “originale”. A
dire il vero questo “tour” era cominciato martedì sera, sempre all’Oca, quando
ho degustato un perlage particolare dell’Irpinia. Quel Ripa Bassa dell’Azienda
Villa Raiano. Definito “quasi blasfemo”.
Ma se di blasfemi e irriverenti mi è permesso di parlare, tra
gli otto campioni degustati, almeno due meritano questi appellativi. Blasfemi
ed irriverenti ai tradizionali metodi di rifermentazione. Abissi 2010 e
Nautilus 2010 hanno “sconvolto” la serata. Ma andiamo con ordine.
L’inizio non esaltante; un rosè valdostano, Veblù 2010 di Les
Cretes, vitigno autoctono a bacca rossa “Premetta 100%” 10 mesi sui lieviti.
Perlage grossolano, vena acida marcata con un finale che si perde con facilità. Voto 82/100
sufficiente.
Quercialuce Petit Fleurì 2011, Pinot Noir 100%, 9 mesi sui
lieviti. Perlage abbastanza fine, buona complessità olfattiva (floreali e
fruttati). La boulangerie direi assente per la limitata permanenza sui lieviti.
Buona acidità. Voto 85/100 buono
Bisson Abissi 2010. Bianchetta genovese e Vermentino per il
primo dei due “blasfemi”. 18 mesi in permanenza sui lieviti a
sessanta metri sul fondo marino di fronte a Portofino. Provocazione? Il
titolare dell’azienda, noto sportivo subacqueo, ritiene che la pressione dell’acqua
di mare a quella profondità inibisca le sei atmosfere che si producono, con la
rifermentazione, nella bottiglia per ottenere una carbonica estremamente fine.
Vero!!! Che diamine…ma poi …in bocca…via, assente. La complessità olfattiva
completamente “fuori binario” con netta prevalenza di profumi di sottobosco.
Attenzione! Non ribes, lamponi ecc… ma tartufo terroso, funghi porcini ancora
nel fogliame. Che dire se non (ripetitivo) blasfemo ed irriverente. Voto 82 per
la eccezionale novità.
Agricola Vallecamonica Nautilus 2010. Vitigni a bacca rossa
non dichiarati. Stesso periodo di permanenza sui lieviti, vale a dire 18 mesi. L’altro
blasfemo. A differenza di Abissi questo Nautilus trascorre il periodo
della rifermentazione non nell’acqua di mare ma in quella di lago. Precisamente
nel Lago d’Iseo. Stessa profondità ma con risultati “diversi”. Il prodotto riesce
a presentare una buona carbonica, profumi più netti e rientranti nella “normalità”
per una acidità media accettabile. Voto 84 buono.
Nondimeno, anche gli spumanti alternativi, hanno una funzione
ben precisa contribuendo in qualche modo a piaceri, conoscenze, apprendimenti
diversi. Lo spumante anche banale o irriverente, lo si beve sempre e non si
rifiuta mai.
Cantine del Notaio La Stipula 2010. Aglianico del Vulture
100%. Permanenza sui lieviti 18 mesi. Si rientra nella normalità dopo lo shock
lago-mare . Buon perlage, complessità ricca, acidità interessante. Voto 85
buono
Marco Carpineti 2010. Bellone 100%. 24 mesi sui lieviti.
Rimane nella media e nei prodotti non esaltanti. Comunque considerando la sua
provenienza e il “ruolo” che si è ritagliato tanto da attribuirsi il titolo di “champagne
di Roma” lo premio con 84/100 considerandolo buono. I francesi, saputo di
questo titolo auto attribuito hanno commentato: Anche gli champagne mediocri
hanno un loro ruolo; liberare persone da
soddisfare con il “nettare sacro”.
Azienda Marcato DOC Lessini, Durella 85%. 36 mesi sui
lieviti. La dimostrazione che un vitigno, in questo caso la durella, da sempre
utilizzata per spumantizzare con metodo charmat, non può e non deve essere
utilizzato per “percorsi” non adatti. 80/100 appena sufficiente.
Alessio Dorigo 2007. Pinot Noir 100%. 60 mesi sui lieviti.
Una permaneza così lunga avrebbe dovuto entusiasmare. Invece a mala pena ha
raggiunto il buono. 84/100.
A conclusione della serata sempre più rimango convinto che
non si può eccedere con qualunque prodotto o meglio produrre perché il “mercato”
lo chiede; c’è solo un vino a cui è
permesso: lo champagne. Perché?
Perché è semplicemente
giusto.
“Too much of anything is bad, but too much of champagne is just right”
(Francis Scott Fitzgerald)


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